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L'inchiesta

Trattenuta buste paga, protezioni non a norma, mezzi danneggiati: il caso Croce di Collegno

Indagini in corso dei sindacati e dell'Ispettorato del lavoro, cosa sta succedendo?

Trattenuta buste paga, protezioni non a norma, mezzi danneggiati: il caso Croce di Collegno

Trattenute in buste paga per le riparazioni dei mezzi danneggiati in servizio, volontari fatti uscire in urgenza senza i dispositivi di protezione imposti dalla legge, problemi tecnici sui mezzi di soccorso, ritardi costanti nei pagamenti degli stipendi… È quanto emerge dalle parole della Dottoressa Tiziana Tripodi, segretaria della CISL Funzione Pubblica del Piemonte di Torino e Canavese, che circa un anno fa è stata contattata da alcuni lavoratori della Croce di Collegno: “Alcuni di loro, principalmente autisti soccorritori, si sono rivolti a me in seguito a trattenute sulla busta paga dei danni ai mezzi, senza possibilità di visionare la fattura della riparazione. Nella maggior parte delle associazioni con cui mi trovo a confrontarmi, seguendo io tutto l'ambito delle pubbliche assistenze, i mezzi sono sovente assicurati con le polizze kasko, che tra l’altro possono essere messi a rimborso in alcuni servizi, come quello del 118”.

Un altro problema riguarderebbe le divise e le calzature antinfortunistiche, considerati DPI obbligatori per salvaguardare l’operatore da rischi per la salute e la sicurezza sul posto di lavoro, secondo il Testo Unico sulla sicurezza (D.Lgs. 81/08): “La manutenzione della divisa dovrebbe essere a carico del datore di lavoro e i lavoratori dovrebbero potersi vestire e svestire come tempo lavoro retribuito all’interno della sede, cosa che non accade alla Croce di Collegno, con un conseguente pericolo di contaminazione per la comunità nel caso di contatti  con pazienti a rischio durante i servizi.”

Continua Tripodi: “A un certo punto, vista la chiusura, abbiamo fatto una denuncia all'Ispettorato del Lavoro che è intervenuto, chiedendo la possibilità per i lavoratori di vestirsi e svestirsi in azienda e l’obbligo del datore di lavoro di farsi carico della manutenzione delle divise, cosa che ancora non ha fatto”. In risposta, aggiunge Tripodi, “è stata emessa una procedura interna di sanificazione che, come abbiamo successivamente segnalato all’Ispettorato del Lavoro, non è stata ritenuta sufficiente”.

Raffaele, RLS della Croce di Collegno e Tiziana Tripodi, segretaria della CISL Funzione Pubblica del Piemonte di Torino e Canavese

Raffaele Esposito, Rsa della Croce di Collegno e Responsabile dei lavoratori per la sicurezza, aggiunge che la mancata attenzione per questo aspetto si estenda anche ai volontari. Raffaele ricorda che la legge 81, in tema di sicurezza, equipara i volontari ai dipendenti, ma ogni tanto i volontari salirebbero in ambulanza con una pettorina dell’associazione sopra loro indumenti e semplici scarpe da ginnastica. 

Per quanto riguarda i mezzi, poi, molte riparazioni verrebbero sostituite da interventi di fortuna, come nel caso della maniglia di un’ambulanza sostituita da una levetta artigianale in fil di ferro. “Che se capita un incidente questi devono scappare dal mezzo, tu li stai ammazzando nel mezzo, per 30 €”, aggiunge Raffaele.

Tripodi segnala la resistenza del direttivo a fornire risposte adeguate, al di fuori di una dura polemica contro le richieste di regolarizzazione e ripetuti comportamenti antisindacali nei confronti dei dipendenti sindacalizzati: “Noi stiamo valutando di chiedere un incontro alla Regione, per segnalare che una delle associazioni accreditate a svolgere questo tipo di servizio usa modalità irregolari ed esigere, ad esempio, la revoca dei loro accreditamenti. È l’ultima cosa che ci rimane da fare.”

Il datore di lavoro, da noi contattato per un riscontro, non ha risposto alle nostre chiamate.

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