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20 Giugno 2025 - 09:15
A sinistra, un "frame" delle violenze. A destra, i carabinieri alla comunità
Un paziente veniva ripetutamente toccato, baciato e palpeggiato nelle parti intime. Persino indotto a masturbarsi. Altri erano costretti a subire gravi umiliazioni e violenze fisiche e verbali. Succedeva a Luserna San Giovanni, nelle camere di un edificio risalente al XV secolo, di proprietà dell’Ordine Mauriziano e che dal 2001 è diventato residenza per disabili intellettivi. Una vera e propria “comunità dell’orrore”, scoperta dai carabinieri del Nas di Torino che ieri mattina, con la collaborazione nella fase esecutiva del personale del Nas di Alessandria e insieme ai militari dei comandi provinciali di Torino e Cuneo, coordinati dalla procura di Torino, hanno eseguito otto ordini di custodia cautelare e sei perquisizioni domiciliari a carico di sette operatori socio-sanitari e di una psicoterapeuta, ritenuti responsabili di gravi maltrattamenti sugli ospiti della comunità.
Il blitz e gli arresti
Per arrivare al blitz di ieri mattina all’alba e agli otto arresti, bisogna però partire da una precedente indagine, nata grazie a una segnalazione interna alla comunità, che il 17 aprile scorso aveva coinvolto la stessa struttura di Luserna San Giovanni permettendo ai carabinieri di arrestare, in differita, tre operatori. Da quel momento, Le indagini consentivano di svelare le condotte abituali tenute nei confronti degli ospiti disabili a Luserna. Pazienti costretti a subire quotidianamente umiliazioni e percosse. L’attività investigativa dei militari (coordinati dalla procura di Torino, dove il fascicolo è in mano alla sostituta procuratrice Rossella Salvati) ha evidenziato appunto la presenza di quotidiani episodi di maltrattamenti: ingiurie, strattoni, schiaffi, percosse, ma anche continui atteggiamenti vessatori, intimidatori e di scherno. Sia a livello fisico che psicologico. E a carico di uno degli arrestati, 61 anni e di professione oss, i carabinieri hanno raccolto gravi indizi che lo ritengono responsabile anche di violenza sessuale nei confronti di un ospite. Gli arrestati sono tutti sottoposti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.
Le violenze
Percorrendo la scalinata dell’antico edificio della comunità Mauriziana, in via Armando Diaz, che dal 2001 nel cuore della Val Pellice ospita i disabili, ad un certo punto compare un grande disegno. C’è scritto “Tutti diversi, tutti uguali”, è stato fatto durante l’Epifania perché sono disegnate delle calze appese. Ai due lati, ci sono i nomi degli ospiti: in tutto sono 41, divisi in due nuclei, A e B. «Nuclei che accompagnano i loro ospiti in un percorso riabilitativo individuale volto a raggiungere il maggior grado di autonomia personale e sociale possibile, attraverso lo sviluppo delle capacità residue del soggetto. Con attività e laboratori distribuiti su tutto l’arco della giornata che coinvolgono l’ospite e la sua famiglia, in un’ottica di superamento dei limiti imposti dalla patologia». Belle parole che si leggono sul sito della struttura, ma la realtà tra le mura di Luserna San Giovanni era ben altra. E lo si capisce dalle immagini shock registrate dalle telecamere piazzate dai Nas. Uno degli oss, peraltro già arrestato nel blitz di aprile, trascina un paziente, gli urla in faccia, poi lo obbliga a sdraiarsi, prima di afferrarlo per il collo, torcendogli il braccio dietro la schiena. Nello stesso istante, la psicoterapeuta blocca le gambe alla povera vittima. In un altro filmato si vede il 61enne oss accusato di violenza sessuale palpeggiare e baciare un pazienze, per indurlo a masturbarsi. «Adesso stai lavorando? Testina», la frase urlata al paziente.
Le reazioni
In via Diaz, il direttivo della comunità Mauriziana è chiuso in “camera caritatis”. Il telefono squilla di continuo. Esce una responsabile: «Ci stanno tempestando di telefonate sia i parenti degli ospiti, sia i servizi sociali. Stiamo provvedendo a sostituire le persone coinvolte nell’indagine, collaboriamo con i carabinieri ma non ci aspettavamo che venisse fuori una cosa simile». E invece, tra quelle antiche mura di via Diaz avveniva di tutto, dalle violenze verbali e fisiche fino a quelle di natura sessuale. Altro che attività e laboratori, in un edificio che ospita pure palestra, tre sale attività, un salone per fare feste e concerti, una sala per incontri con le famiglie, un cortile e un giardino. E invece, il soggiorno per gli ospiti era un incubo. Sotto shock la comunità di Luserna. Queste le parole del sindaco, Duilio Canale: «Sono sconvolto per quanto successo in una comunità come la nostra - afferma - che in questa valle ha sempre accolto e assistito le persone più fragili. Spiace perché questo episodio sconvolge la comunità, sia quella Mauriziana che lusernese, confido però nell’operato della magistratura - conclude il primo cittadino - affinché si accertino le responsabilità in questa vicenda».
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