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Allarme a Pragelato: «Nei trampolini c'è una bomba ecologica». Tonnellate di plastica a rischio dispersione

Un altro problema per i trampolini olimpici di Pragelato ma il sindaco rassicura: «Problema noto, ci siamo già attivati per risolverlo»

Allarme a Pragelato: «Nei trampolini c'è una bomba ecologica». Tonnellate di plastica a rischio dispersione

Allarme a Pragelato: «Nei trampolini c'è una bomba ecologica». Tonnellate di plastica a rischio dispersione

«Una vera e propria bomba ecologica». Così Marco Albino Ferrari definisce gli ex trampolini di Torino 2006 in seguito a un sopralluogo effettuato a Pragelato.

Ferrari, 60 anni, è un giornalista-scrittore, ex direttore di Alp e autore di vari libri, tra cui gli ultimi due sono "Assalto alle Alpi" e "La montagna che vogliamo", titoli che da soli già spiegano il settore in cui è specializzato. E' stato lui stesso a pubblicare, sui propri social, l'esito del suo sopralluogo a Pragelato, "svelando" il nuovo problema che si sta verificando sui trampolini abbandonati. Dopo le Olimpiadi, nel tentativo di trovare un modo per utilizzare gli impianti sportivi, i trampolini vennero rivestiti da un "tappeto" verde costituito da milioni di fili di plastica per consentire l'utilizzo dei trampolini anche nella stagione estiva non solo agli atleti ma anche ai turisti, con il "tubing", una discesa su una ciambella gonfiabile. Come finì il tentativo lo sappiamo bene e ciò che resta dei trampolini è lì, come monito anche per le imminenti Olimpiadi di Milano Cortina 2026. Il problema è che adesso quei milioni di fili di plastica «si stanno sfaldando e presto potrebbero disperdersi nell’ambiente» e per questo «oggi il relitto è una vera e propria bomba ecologica». 

A gettare acqua sul fuoco è direttamente il sindaco di Pragelato, Massimo Marchisio che proprio da qualche settimana ha preso atto del problema e ha già cominciato a cercare una soluzione: «Abbiamo già contattato un'azienda specializzata - annuncia - e fatto analizzare la plastica. E' emerso che si tratta di materiale completamente riciclabile e quindi l'azienda stessa si potrebbe occupare dello smaltimento». Ma quella plastica prima bisogna raccoglierla, rimuovendola da impianti alti decine di metri e con una pendenza fortissima. «Il progetto del Comune - spiega Marchisio - è quello di "spogliare" completamente i trampolini olimpici, lasciandoli a nudo per poi recuperarli come sede del museo olimpico e di installazioni artistiche. I trampolini scuola invece diventerebbero un'attrazione per bambini e una pista di allenamento di sci alpino». Il problema è che siamo in Italia e come sempre ci sono due ostacoli: «Il primo è burocratico: i trampolini non sono del Comune e quindi bisogna rispettare tutta una serie di passaggi. Il secondo, ovviamente, è economico: al momento è stato finanziato il progetto di recupero dell'area alla base dell'impianto e dell'hotel ma non quello per i trampolini veri e propri». Quindi, almeno per un po' di tempo ancora, la plastica resterà lì. Sperando che lo sfaldamento e il conseguente rischio di dispersione nell'ambiente segua almeno i tempi della burocrazia italiana. 

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