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di nuovo in sella

MotoGp, Bagnaia e l'incidente shock: "Ecco cosa mi ha salvato..."

Il pilota di Chivasso: "A Barcellona sembra di andare sul ghiaccio, mancava grip...Ho dolori, ma stringo i denti"

MotoGp, Bagnaia e l'incidente shock: "Ecco cosa mi ha salvato..."

Il pilota Pecco Bagnaia è pronto a rimettersi in sella dopo l'incidente di domenica scorsa a Barcellona

Libero di fare il suo lavoro e questa è come una liberazione per Pecco Bagnaia che vuole mettersi in fretta alle spalle la domenica da incubo al Montmelò. Venerdì 8 settembre, alle 10:45, prime Libere per la MotoGp a Misano, in pista ci sarà anche lui, resettando il cervello e ritrovando il feeling con la sua Desmosedici per ricominciare da leader del Mondiale. «Sono contento e fortunato di essere qui, devo essere grato al grande lavoro fatto in termini di sicurezza. Questo è il mio Gp di casa e volevo esserci anche se non sarà facile. Il problema maggiore è l’ematoma al ginocchio destro che arriva sino al piede, sarà un problema muovere la gamba. Ma continuerò con le terapie per tutto il weekend e so che ogni giorno starò meglio».

Parlare ancora una volta del suo volo al Montmelò non gli fa paura e gli serve per spiegare tutto cioè che non ha funzionato: «Fin dal giro di ricognizione non sentivo grip, stavo rischiando di cadere alla 3, alla 9 e ancora alla 12. Già da Curva 1 ho iniziato a slittare, appena ho piegato la moto ho completamente perso il posteriore. Abbiamo analizzato i dati, a livello elettronico, meccanico e di guida non abbiamo commesso alcun errore. L’analisi della Michelin? Sto chiedendo loro una risposta, vorrei comprendere perché la moto mi sembrasse così scivolosa». Il tempo della caduta gli è sembrato eterno, si è reso conto che mentre era in aria l’airbag esplodeva e l’impatto al suolo è stato forte. «Quando ero in pista ho visto tutte le moto e ho sperato che nessun altro oltre Binder mi toccasse. Ho avuto la fortuna che cinque piloti fossero già fuori gara. Martin e Binder hanno saputo controllare la situazione, visto che sono stati i primi ad arrivarmi addosso».

Ora però pensa al futuro immediato anche se non sarà facile: «Vedremo di fare il possibile, è la mia gara di casa. Mi alleno qui, conosco perfettamente questa pista. Non sono troppo a posto, ma è stato così già nel 2020 quando sono tornato in sella a Misano a 20 giorni dalla frattura alla tibia ed è stato così anche a Portimao e a Jerez un anno fa dopo la botta alla spalla. Ci sarà da stringere i denti». Invece a Barcellona non vorrebbe più tornare: «Non si può continuare a correre a Barcellona, non c’è aderenza, l’asfalto è distrutto. In Curva 5 è come andare sul ghiaccio. Per me è un altro dei motivi per cui sono caduto».

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