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INTERVISTA ALL'AZZURRO
19 Agosto 2024 - 19:11
Il piemontese Stefano Sottile
La chiamano medaglia di legno, ma può essere preziosa, come quella di Stefano Sottile. Nella gara del salto in alto delle Olimpiadi di Parigi, in cui tutti aspettavano Gianmarco Tamberi, che alla fine lo ha abbracciato, è stato lui a tenere altissimo l’onore dell’Italia, stabilendo il suo nuovo record a 2,34. Dopo una settimana di vacanza, il 26enne nativo di Borgosesia e torinese di adozione ieri è tornato ad allenarsi.
«Mi sono preso una pausa - spiega - anche per recuperare dal problema al bicipite femorale, che mi accompagna da metà stagione. In questo momento non avverto dolore, che prima sentivo anche a riposo. Vedremo come starò quando sarò al campo». Ai Giochi l’atleta delle Fiamme Azzurre ha raggiunto il suo picco di forma in occasione della gara più importante. Una rivincita con i fiocchi, in una carriera costellata di infortuni. «Nel corso dell’anno - racconta - c’è stata solo una volta, ad Arco di Trento, in cui sono andato in pedana e ho pensato che avrei potuto saltare quello che volevo, anche se poi mi sono fermato a 2,21. A Parigi non ho sentito quella sensazione, però ho fatto tutto molto bene, ero concentratissimo e stavo bene fisicamente. Peccato per l’errore al primo tentativo a 2,31, senza il quale sarei arrivato terzo. Ci hanno interrotto per presentare la finale dei 5000 e alla ripresa ho sentito un vuoto alle gambe e ho sbagliato la rincorsa. Ce l’ho fatta alla seconda prova e alla prima a 2,34 ho effettuato il mio miglior salto di sempre. Avevo nelle corde anche i 2,36, che mi avrebbero aperto le porte dell’oro».
Il podio mancato non cancella la grande prestazione: «Sono stato bravo, è chiaro che la medaglia olimpica è speciale e ci penso tutti i giorni. Mi è dispiaciuto anche di non essere salito sul podio agli Europei di Roma, ma non avrei scambiato quell’eventuale risultato con il quarto posto di Parigi». Sottile vive a Torino, dove l’anno scorso ha comprato casa, e si allena, in attesa che riapra lo Stadio Primo Nebiolo, nell’impianto del CUS Torino di via Panetti, sotto la guida del tecnico Valeria Musso. La sua fisioterapista è Maria Marello (la coach della discobola Daisy Osakue, ndr) e talvolta lo segue, a San Marino, Andrea Benvenuti, l’ex campione europeo degli 800. Le prime uscite post olimpiche di Stefano saranno in Diamond League: «Domenica 25 agosto sarò in Polonia e il 30 al Golden Gala. Il 13 settembre è prevista la finale di Bruxelles. Ritoccare il personale sarebbe fantastico. Se accadrà, spero di farlo in Belgio o a Roma, per chiudere in bellezza».
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