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L'INTERVISTA
01 Agosto 2025 - 18:51
Il presidente del Torino Urbano Cairo
In mezz’ora abbondante di conferenza stampa, il presidente Urbano Cairo ha toccato tutti i temi legati al Toro. E, tra le partite da giocare, c’è sempre quella sullo stadio Olimpico Grande Torino. Le ipoteche sono state tolte, ora si può cominciare davvero a trattare: «Ho preso appuntamento con il sindaco, ci vedremo a settembre» l’annuncio del patron granata sul faccia a faccia in programma con il primo cittadino, Stefano Lo Russo. L’editore alessandrino, però, comincia pubblicamente a spiegare quali saranno le sue richieste: «C’è la voglia di prendere lo stadio ma dovranno esserci le condizioni giuste, e mi aspetto che siano simili a quelle della Juventus» precisa Cairo, facendo un chiaro riferimento ai 58 centesimi al metro quadro per l’area della Continassa dove è sorto il quartier generale dei “cugini” bianconeri.
Quindi, con uno stadio di proprietà, l’obiettivo è creare una società più appetibile per un’eventuale cessione del Toro? «L’obiettivo è legato allo sviluppo delle strutture, non c’è nessun secondo fine - ribatte il presidente granata - anche perché ad oggi non ho ricevuto nessuna offerta». E qui subentra l’altro grande tema della conferenza stampa, la possibilità di vendere il club di via Viotti: «A novembre diedi la disponibilità, ma nessuno ha dimostrato intenzioni serie - entra nel dettaglio Cairo - e anche se arrivasse qualcuno, bisognerebbe capire che personaggio è: ho una responsabilità verso i tifosi, diverse squadre importanti sono state cedute a soggetti che le hanno portate in situazioni negative». Tra un mese saranno vent’anni di presidenza “cairota”, «Presi un Toro fallito e ora ci prepariamo a cominciare il 14esimo campionato di Serie A - sottolinea il patron - mentre nei dieci anni prima di me ci sono stati sei campionati di B e tre retrocessioni. E vi dimenticate dei presidenti: nei 20 anni prima che arrivassi io ne sono cambiati sette». C’è chi gli contesta i tanti cambi di allenatore, «Ora Baroni sarà il nono tecnico in undici anni, ma in 14 anni ci sono stati soltanto due esoneri» replica Cairo, e chi i tanti soldi incassati: «Dal 2020/2021 ad oggi abbiamo comprato molto più di quanto abbiamo venduto, adesso abbiamo incassato 40 e speso 22 quindi c’è questo vantaggio e se ci saranno possibilità, saremo felici di poter fare».
Anche sui big sempre ceduti, per ultimi Milinkovic-Savic e Ricci, spiega che «il Napoli ha vinto due scudetti ed è stato costretto a vendere Kvaratskhelia e Osimhen, il Milan dato via Tonali, Theo Hernandez e Reijnders: il calcio è cambiato, è un tema che vale per tutti i club». Così si torna all’attualità, al Toro di oggi e al famoso 90 per 100 della rosa pronto per il ritiro che non c’è stato: «È vero, era un obiettivo e non ci siamo riusciti, ma ad oggi siamo arrivati a quella percentuale, forse siamo all’88 per 100 - la risposta del numero uno del club di via Viotti - e ci mancano tre giocatori: ci mancano un terzino sinistro, un esterno destro e…il terzo è una carta coperta. Poi, se dovessero esserci uscite, valuteremo come intervenire». Quindi, in soldoni, qual è il potenziale di questo nuovo Toro? «Lo dovete chiedere all’allenatore, ci sono lui, Vagnati e Moretti che sono più competenti di me - conclude Cairo - e io non faccio proclami: se dedico così tanto tempo al Toro, è perché voglio fare bene».
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