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mostra del cinema di venezia

"Anywhere Anytime”, ovvero "Ladri di biciclette" in salsa torinese

L'esordio di Milad Tangshir, regista iraniano trapiantato a Torino dal 2011, nella città invisibile dei quartieri popolari

"Anywhere Anytime”, ovvero "Ladri di biciclette" in salsa torinese

Un'immagine del film girato a Torino

C’è la Torino della strada, quella popolare dei quartieri meno fotografati, quella quotidiana di chi deve cercare di ottenere giorno dopo giorno il minimo indispensabile per sopravvivere e tirare avanti, nel lungometraggio di esordio, dopo diversi corti e documentari, del regista iraniano Milad Tangshir, “Anywhere Anytime”, unico titolo italiano in concorso alla Settimana della critica della Mostra del cinema di Venezia. Tangshir vive a Torino dal 2011, arrivato in città per studiare al Dams - al cui interno ha iniziato anche a girare i primi lavori - e poi rimasto sempre sotto la Mole, lavorando con molti nomi importanti del cinema cittadino, da Davide Ferrario - che ne ha prodotto il documentario “Star stuff” - a Daniele Gaglianone, che ha scritto insieme a lui e a Giaime Alonge “Anywhere Anytime”.


Di cosa parla il film? Si tratta di una versione aggiornata, anche se non di un remake, del capolavoro di Vittorio De Sica “Ladri di biciclette”: Issa è un giovane immigrato clandestino che cerca di sopravvivere come può, lavorando al mercato di Porta Palazzo. Quando per paura di una multa viene licenziato dal suo capo, chiede aiuto a un amico che ha fatto il viaggio dall’Africa insieme a lui e inizia a fare il rider. Quando, dopo pochi giorni, la sua bicicletta appena comprata gli viene rubata durante una consegna, il fragile equilibrio del suo mondo crolla: prima prova a recuperarla, poi a comprarne un’altra, poi inizia a pensare a gesti più disperati...

«Il film - spiega il regista - esplora il senso di paura e l’ansia costante di chi, come il protagonista del film, vive ai margini, nelle crepe della società: una vita invisibile, una delle tante che ogni giorno incrociamo su un marciapiede o all’angolo di una strada. Una condizione di estrema vulnerabilità, in cui anche una semplice bicicletta può fare la differenza tra sopravvivere o non farcela».


Sostenuto da Film Commission, “Anywhere Anytime” mostra molti scorci di Torino, anche quelli meno mostrati normalmente dai tanti lavori che vengono girati ogni anno sul territorio: Porta Palazzo e il suo quartiere soprattutto, ma anche il Balun e il Barattolo, le vie più popolari di Vanchiglia, la zona di corso Vercelli e tanta, tantissima periferia della città di Torino. Distribuito da Fandango, il film esce in sala in tutta Italia dal prossimo 11 settembre.

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