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Italia in vacanza
04 Settembre 2025 - 10:25
Immagine di repertorio
Il ritorno dalle vacanze estive porta con sé non solo bilanci personali, ma anche analisi economiche e sociali. Albergatori e gestori di stabilimenti balneari lamentano costi crescenti e presenze ridotte, mentre il tema del caro-ombrellone torna puntualmente a occupare il dibattito pubblico. L’aumento dei prezzi in molte località balneari, unito a salari fermi e contratti precari, ha inciso sulle scelte dei viaggiatori. Non si tratta però solo di difficoltà economiche: a mutare è lo stesso concetto di vacanza.
L’antropologo Duccio Canestrini, docente all’Università di Pisa, ha elaborato la definizione di homo turisticus, utile a descrivere le trasformazioni culturali del turismo italiano nel tempo. Negli anni del fascismo si affermò il turismo “curativo”: i treni popolari e le colonie estive servivano a diffondere il messaggio di un Paese in salute e disciplinato. Con il boom economico degli anni Sessanta prese piede il turismo di massa. L’autostrada del Sole, completata nel 1964, aprì la via alle mete balneari, mentre cinema e musica alimentarono l’immaginario estivo. Film come L’ombrellone di Dino Risi e brani come Sapore di sale o Abbronzatissima contribuirono a creare l’iconografia delle ferie al mare. Negli anni Settanta e Ottanta l’estate significava seconde case, spiagge affollate e ferie concentrate ad agosto, spesso con un impatto pesante sull’ambiente.
Oggi si parla di “polverizzazione” delle ferie. Le lunghe villeggiature sono state sostituite da weekend brevi, pacchetti last minute e viaggi mirati. Questa tendenza riflette esigenze economiche, ma anche nuove preferenze: il tempo libero viene frammentato, distribuito lungo l’anno, e spesso dedicato a esperienze personalizzate piuttosto che al solo soggiorno balneare. Il turismo urbano, enogastronomico e culturale sta guadagnando terreno, favorito anche dalla diffusione delle compagnie low cost e delle piattaforme di prenotazione online.
Tra le novità degli ultimi anni spiccano forme alternative di ospitalità, come il couchsurfing. Nato nel 1999 da un’idea dell’americano Casey Fenton, consiste nello scambio gratuito di pernottamenti tra viaggiatori e host. Oltre al risparmio economico, la filosofia si fonda sulla condivisione e sulla fiducia reciproca: aprire la propria casa significa instaurare rapporti culturali e sociali. L’ospitalità non è vincolata alla reciprocità: si può essere solo viaggiatori o solo ospitanti. Secondo i dati dell’organizzazione Couchsurfing International, la comunità conta oggi oltre 14 milioni di iscritti in più di 200 Paesi.
La trasformazione delle ferie italiane, quindi, non riguarda soltanto la riduzione della spesa o la durata dei soggiorni, ma segna un cambiamento più ampio: dal rito collettivo di massa a una ricerca di esperienze individuali, flessibili e spesso legate alla scoperta. Un passaggio che rispecchia i mutamenti della società, tra globalizzazione, nuove tecnologie e ridefinizione del concetto stesso di tempo libero.
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