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curiosità
15 Novembre 2025 - 11:35
Foto d'archivio
Molti automobilisti credono che la velocità indicata sul cruscotto sia quella reale. In realtà non è così: per regolamento, il tachimetro deve sempre sovrastimare l’andatura, anche solo di pochi chilometri orari. Questa particolarità non è un difetto, ma una scelta obbligata prevista dalla normativa UNECE R39, che vale per auto, moto, scooter e mezzi pesanti immatricolati in Europa.
La regola è semplice: la velocità visualizzata può corrispondere a quella effettiva oppure superarla, ma non può mai essere inferiore. Per garantire questo margine di sicurezza, la legge stabilisce uno scarto preciso: la velocità indicata può arrivare fino alla velocità reale + il 10% + 4 km/h. In sostanza, se il veicolo viaggia a 100 km/h, il tachimetro può mostrarne fino a 114, ma non 99.
Questo margine non riguarda solo le vecchie lancette analogiche. Anche i display digitali più moderni, per quanto precisi, devono rispettare lo stesso limite, perché il dato mostrato può essere alterato da vari fattori difficili da controllare: la pressione e l’usura delle gomme, il diametro dei cerchi, la temperatura esterna o il carico del veicolo. Tutti elementi che possono incidere sulla misurazione della velocità.
La scelta del legislatore ha una motivazione molto chiara: evitare che il guidatore viaggi più veloce di quanto creda, rischiando sanzioni o, peggio, situazioni pericolose. Se il tachimetro indicasse una velocità più bassa di quella reale, i limiti verrebbero superati con estrema facilità.
Il risultato è che, nella guida quotidiana, quando l’automobilista vede sul display 130 km/h, sta effettivamente viaggiando a una velocità leggermente inferiore. Una discrepanza minima, ma essenziale per garantire sicurezza e uniformità in tutti i veicoli circolanti.
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