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Affittare casa in Italia è diventato un lusso: quanto costa davvero al mese?

Non è solo l’inflazione. Ecco le cifre da capogiro

Affittare casa in Italia è diventato un lusso: quanto costa davvero al mese?

Se pensavi che affittare una casa in Italia fosse difficile, nel 2024 la situazione è decisamente peggiorata. Secondo uno studio pubblicato da Idealista, uno dei portali immobiliari più rilevanti nel nostro Paese, il "tasso di sforzo" per affittare una casa con due camere da letto è aumentato drasticamente. Il 30,3% del reddito familiare se ne va solo per il canone mensile. In pratica, una famiglia italiana media deve rinunciare a quasi un terzo del proprio stipendio solo per avere un tetto sopra la testa.

Ma cosa sta causando questa esplosione nei costi? L'inflazione sta continuando a far lievitare i prezzi, mentre le famiglie vedono il loro potere d'acquisto ridursi drasticamente. Ma non è solo questo. L’aumento dei canoni di locazione è spinto anche dalla crescente presenza di affitti brevi, spesso destinati a turisti, che creano una concorrenza spietata per chi cerca casa a lungo termine. E così, in molte città italiane, gli affitti sono diventati una corsa senza fine.

Nel terzo trimestre del 2024, il tasso di sforzo per affittare una casa in Italia è aumentato del 2,9% rispetto all'anno precedente. La quota di reddito familiare necessaria per affittare un’abitazione con due camere da letto è salita dal 27,4% del 2023 al 30,3% nello stesso periodo del 2024. Questa situazione sta peggiorando soprattutto nelle grandi città, dove la domanda è più alta e l'offerta di case in affitto non riesce a soddisfarla.

Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di Idealista, “il crescente tasso di sforzo per gli affitti in Italia è legato a diversi fattori strutturali ed economici. L’aumento dell’inflazione sta comprimendo il potere d’acquisto delle famiglie, aggravando la situazione per chi è soggetto all’adeguamento annuale del canone di locazione. La situazione è ulteriormente aggravata nei centri urbani con una forte presenza di affitti brevi o temporanei, spesso destinati a turisti. In queste aree, i residenti locali devono affrontare una concorrenza indiretta, trovandosi a sostenere uno sforzo economico nettamente superiore per affittare un’abitazione.”

Tra le principali città italiane, alcune registrano tassi di sforzo molto alti. Napoli guida la lista con il 44,9%, seguita da Firenze (40,1%), Venezia (39,6%), Milano (37,9%) e Roma (37,2%). In questi capoluoghi, gli affitti rappresentano una parte significativa del reddito, evidenziando le difficoltà economiche crescenti per molte famiglie. Anche Torino ha visto un incremento del tasso di sforzo nell'ultimo anno, passando dal 22,9% di settembre 2023 al 24,7% di settembre 2024. 

Anche nelle province, la situazione non è migliore. Rimini, ad esempio, presenta il tasso di sforzo più alto, con il 60%, seguita da Ravenna (53,7%) e Aosta (53,1%). Anche altre aree, come Firenze (47,8%) e Milano (43,7%), registrano valori ben superiori alla soglia del 30%, considerata sostenibile dagli esperti di economia familiare. Tuttavia, non tutte le province italiane mostrano tassi di sforzo così elevati. Biella, con un tasso del 13%, si distingue come la provincia più accessibile, seguita da altre località più piccole con tassi sotto la media nazionale.

Rispetto al terzo trimestre del 2023, il peso economico degli affitti è aumentato in 59 capoluoghi. Tra i maggiori incrementi ci sono Lucca (+9,4%), Verbania (+8,7%), Firenze (+7,3%) e Napoli (+7,1%). A Milano, invece, si è registrata una leggera diminuzione del tasso di sforzo (-3,7%).

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