l'editoriale
Cerca
Tecnologia
09 Maggio 2025 - 05:00
Meta sta per compiere un passo che potrebbe cambiare radicalmente la nostra idea di privacy nel mondo digitale. Secondo un’inchiesta di The Information, l’azienda di Mark Zuckerberg sta sviluppando una funzione per i suoi occhiali smart Ray-Ban che permetterà il riconoscimento facciale in tempo reale. Si chiama "super sensing" ed è destinata a generare discussioni non solo per il suo impatto tecnologico, ma per le implicazioni che porta con sé sul piano della privacy e della sorveglianza.
In sostanza, la funzione permetterà agli occhiali Meta di scansionare i volti delle persone nelle vicinanze, associandoli a informazioni facilmente reperibili sui social network o in altri database pubblici. Un’idea che ha qualcosa di fantascientifico, ma che rischia di trasformarsi in un vero e proprio incubo per chi è preoccupato della propria sicurezza e riservatezza.
Meta ha sempre puntato su innovazioni che sfidano il confine tra il possibile e l’immaginabile. Con i Ray-Ban Meta Vision, la compagnia ha cercato di spingere il concetto di occhiali intelligenti oltre la semplice interazione con l’ambiente circostante, arrivando a integrare una tecnologia di riconoscimento facciale che potrebbe, secondo gli esperti, segnare un salto epocale. La funzione "super sensing" utilizza l’intelligenza artificiale per analizzare i volti di chi ci circonda, permettendo di identificarli all'istante. Tuttavia, quello che rende ancora più controversa questa tecnologia non è tanto l'idea in sé, ma il fatto che la persona osservata non sarà avvisata. Se questa funzione dovesse essere attivata dall’utente, non ci sarebbe alcuna notifica per chi si trova nel campo visivo, e anzi, Meta starebbe considerando l’idea di disabilitare la luce LED che indica quando la fotocamera è in funzione. In altre parole, un grande passo verso una sorveglianza invisibile.
Non è la prima volta che Meta è al centro di un dibattito sulla privacy. Già con il lancio dei Ray-Ban Stories, il gigante della tecnologia aveva suscitato preoccupazioni legate alla registrazione audio e video da parte degli utenti senza che i soggetti ripresi ne fossero informati in tempo reale. Ora, con il riconoscimento facciale, Meta sembra intenzionata a far compiere alla sua tecnologia un balzo in avanti. Se l'idea di poter riconoscere una persona mentre la si guarda può sembrare affascinante da un punto di vista tecnologico, le sue implicazioni legali ed etiche sono tutt'altro che rassicuranti.
La sorveglianza indiscriminata potrebbe non solo violare il diritto alla privacy individuale, ma aprire la strada alla profilazione automatica, un fenomeno che si è già verificato con la digitalizzazione e la raccolta dei dati personali. Una tecnologia che identifica le persone in tempo reale, senza alcuna forma di consenso, è un passo verso la costruzione di una "società della sorveglianza", dove l’individualità è annullata e ogni movimento viene tracciato. Gli scenari che si delineano sono inquietanti: dal rischio di creare banche dati non autorizzate, a quello di favorire pratiche di sorveglianza governativa o aziendale.
Un esperimento condotto da due studenti di Harvard ha mostrato come questa tecnologia possa essere già utilizzata per raccogliere informazioni personali dalle piattaforme social e associare i volti a nomi, indirizzi e altre informazioni private. Sebbene il progetto non sia mai stato distribuito, l'idea di Meta di integrare una tecnologia simile nei suoi occhiali solleva interrogativi pesanti, non solo dal punto di vista privacy, ma anche normativo.
L’azienda, dopo aver abbandonato inizialmente il riconoscimento facciale per i suoi occhiali, ora sembra pronta a tornare sui suoi passi. E sebbene l’uso della funzione di riconoscimento facciale possa essere facoltativo per l’utente, non c’è alcuna garanzia che chi ci circonda sia consapevole del fatto che sta venendo osservato e identificato.
Meta, con il suo potere tecnologico e la vastità della sua rete, potrebbe voler spingere sempre più verso la creazione di un mondo dove la privacy è un concetto relativo, subordinato alla funzionalità delle sue innovazioni. In un'epoca in cui la connessione è sempre più determinata dalle piattaforme digitali, il confine tra spazio pubblico e privato sta diventando sempre più sfocato. L’introduzione di una funzione come il riconoscimento facciale nei Ray-Ban Meta Vision potrebbe segnare il punto di non ritorno.
La domanda è se siamo davvero pronti ad accettare un futuro in cui la nostra identità possa essere letta da una macchina con la semplice scansione del nostro volto, mentre camminiamo per strada, in un parco o in un centro commerciale. È una questione che riguarda la libertà, la sicurezza, ma anche il controllo su noi stessi. E forse, come sempre in questi casi, la risposta si trova nel nostro rapporto con la tecnologia: se non siamo capaci di stabilire regole chiare e sicure, finiremo per trovarci sopraffatti dalla stessa innovazione che pensavamo dovesse aiutarci.
Per ora, l’unica certezza è che Meta sta segnando una nuova fase della sua storia, e che il nostro futuro, in un modo o nell’altro, si intreccerà inevitabilmente con quello dei Ray-Ban Meta Vision.
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..