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Cos'è la coscienza? Forse c'è finalmente una risposta concreta

Pubblicato su Nature uno studio internazionale che testa la validità delle due teorie più importanti dell'era moderna

Cos'è la coscienza? Forse c'è finalmente una risposta concreta

Che cos'è la coscienza? Una domanda millenaria, affrontata oggi anche dalla scienza, in particolare da neuroscienziati e teorici della mente. Due tra le principali teorie contemporanee – la Integrated Information Theory (IIT) e la Global Neuronal Workspace Theory (GNWT) – sono state messe a confronto in uno studio sperimentale coordinato dal Cogitate Consortium. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature e mostrano che entrambe le teorie hanno punti di forza ma anche limiti significativi, lasciando ancora aperta la questione su quale modello descriva meglio il fenomeno della coscienza.

La teoria dell’informazione integrata (IIT), sviluppata nel 2004 dal neuroscienziato Giulio Tononi, sostiene che la coscienza sia una proprietà emergente da sistemi che integrano informazioni in modo unificato. Essa introduce un parametro, chiamato Phi, che quantifica il livello di integrazione dell'informazione. Secondo la IIT, qualsiasi sistema – biologico o artificiale – che presenti un elevato valore di Phi potrebbe essere considerato cosciente.

La teoria dello spazio di lavoro globale (GNWT), proposta da Bernard Baars nel 1988 e successivamente sviluppata da altri neuroscienziati, si basa invece su un modello più funzionalista. Essa ipotizza che la coscienza emerga quando una specifica informazione viene diffusa attraverso un’ampia rete cerebrale interconnessa. In questo modello, è centrale la corteccia prefrontale, che agirebbe come un “palcoscenico” dove solo alcune informazioni selezionate diventano coscienti, mentre la maggior parte dell’elaborazione mentale rimane inconscia.

Per testare le due teorie, sono stati progettati due esperimenti condotti in sei laboratori indipendenti su un campione di 250 volontari. I partecipanti erano sottoposti a stimoli visivi e compiti cognitivi mentre la loro attività cerebrale veniva monitorata con tecniche avanzate: risonanza magnetica funzionale (fMRI), magnetoencefalografia (MEG) e elettrocorticografia (ECoG).

Le teorie offrivano previsioni diverse: la IIT individuava la coscienza in un’attività persistente della corteccia occipitale (parte posteriore del cervello), sede della massima integrazione; la GNWT ipotizzava invece picchi di attivazione nella corteccia prefrontale all’inizio e alla fine dell’esperienza cosciente, come segnale della diffusione dell'informazione attraverso il “workspace” cerebrale.

I dati raccolti non hanno favorito in modo netto nessuna delle due teorie. Alcuni risultati sono apparsi coerenti con le previsioni della IIT, come la decodifica costante di informazioni visive nella corteccia posteriore durante la percezione di un oggetto. Altri, invece, sembrano supportare la GNWT, come i pattern di sincronizzazione cerebrale osservati in momenti specifici legati alla presa di coscienza. Il bilancio è stato definito da molti come un pareggio scientifico: nessuna delle due teorie ha pienamente spiegato tutti i dati sperimentali, suggerendo che una teoria esaustiva della coscienza rimane ancora lontana.

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