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Curiosità
21 Maggio 2025 - 00:20
Otto ore per notte, ogni notte. Un mantra che ci portiamo dietro come un obbligo morale, quasi fosse una prescrizione scolpita nella pietra. Ma se vi dicessero che è solo un mito occidentale? Che il sacro numero delle “otto ore” è una convenzione più che una necessità biologica? A sfatare questo dogma ci pensa una ricerca condotta dall’Università della British Columbia insieme alla University of Victoria, pubblicata sulla prestigiosa Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).
Lo studio, che ha coinvolto oltre 5.000 persone in 20 Paesi, dice chiaramente una cosa: non c’è una quantità universale di sonno che garantisce salute e benessere. Quello che conta davvero è l’allineamento tra quanto dormiamo e quanto si ritiene “giusto” dormire nel contesto culturale in cui viviamo.
“I medici consigliano spesso otto ore di sonno a notte, ma il nostro studio dimostra che questa raccomandazione non vale per tutti: va adattata alle abitudini culturali,” spiega il professor Steven Heine, esperto di psicologia culturale e co-autore della ricerca.
Ecco perché un francese che dorme otto ore e mezza sta bene quanto un giapponese che ne dorme sei e un quarto. Anzi, spesso le persone che si adeguano alle consuetudini del proprio Paese, anche se dormono meno delle raccomandazioni internazionali, risultano comunque in ottima salute.
“Il segreto è sentirsi in sintonia con la propria comunità, non seguire tabelle universali. Chi si conforma alle aspettative culturali sul sonno è generalmente più sano,” aggiunge Christine Ou, professoressa di infermieristica e prima autrice dello studio.
Dormire è (anche) una questione culturale
Ma come si dorme nel mondo? Dai dati raccolti emerge che in tutti i Paesi considerati, la tendenza è dormire un’ora in meno rispetto al livello ritenuto “ottimale” nella propria cultura. Eppure, nessun segnale di allarme sulla salute pubblica.
Il Paese in cui si dorme meno è il Giappone: 6 ore e 18 minuti di media. Seguono Corea del Sud e Taiwan, tutti sotto la soglia delle 7 ore. Dall’altra parte, i francesi guidano la classifica del riposo con una media di 7 ore e 52 minuti. Nel mezzo troviamo Paesi come Belgio, Olanda, Nuova Zelanda, Regno Unito e Sudafrica, tutti tra le 7 e le 7 ore e mezza.
Nell’epoca in cui il “non dormire mai” viene venduto come superpotere e dove il culto della produttività vuole convincerci che dormire è tempo sprecato, questa ricerca ci riporta con i piedi per terra. O meglio: ci invita a riposare dove e come ci fa stare bene, senza inseguire modelli lontani dalla nostra realtà quotidiana.
Morale della favola? Non è tanto quanto dormi, ma come vivi quel sonno. Il vero benessere, anche questa volta, non sta nei numeri ma nella relazione che abbiamo con il nostro tempo — di veglia e di riposo.
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