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02 Giugno 2025 - 12:00
Streaming Community è tornata al centro dell’attenzione nelle ultime due settimane. La piattaforma, che offre gratuitamente film, serie tv e documentari in streaming – senza account, ma con pubblicità invasive – è nota per distribuire contenuti pirata, prelevati da servizi a pagamento come Netflix, Disney+ e Prime Video. Ma se finora il fenomeno veniva tollerato ai margini, oggi rischia di aprirsi un nuovo fronte repressivo, accanto a quello ben noto del “pezzotto”, il dispositivo illegale utilizzato da migliaia di utenti per guardare partite e contenuti a pagamento senza abbonamento.
A confermarlo è Massimiliano Capitanio, commissario di AgCom (autorità per le garanzie nelle comunicazioni), che in un’intervista ha spiegato come si stiano preparando a colpire non solo chi gestisce le piattaforme pirata, ma anche chi le utilizza.
Streaming Community è stata oscurata più volte, ma continua a riemergere con domini alternativi. Non è stata bloccata con Piracy Shield, il nuovo sistema attivato da AgCom per contrastare la pirateria sportiva, perché – per ora – questo strumento può intervenire solo su eventi sportivi in diretta. Tuttavia, il regolamento che ne estende l’uso anche ai contenuti cinematografici e seriali è già pronto e dovrebbe essere approvato entro luglio. Secondo Capitanio, la piattaforma è illegale e gestita da associazioni criminali. Accedervi, anche solo per curiosità, significa cedere dati personali a reti che operano nell’illegalità.
L’AgCom è chiara: guardare contenuti su Streaming Community può portare a una sanzione. Non basta aprire il sito per essere multati, ma se un utente guarda un film protetto da copyright per un certo tempo, e la visione viene registrata, il comportamento è passibile di multa. La prima sanzione amministrativa prevista è di 154 euro, riducibile a un terzo se pagata rapidamente. Ma attenzione: alla seconda violazione la multa sale direttamente a 5.000 euro. Un salto deciso, che punta a scoraggiare l’uso continuativo delle piattaforme pirata.
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