Cerca

Protezione della privacy

Viaggiare negli Stati Uniti senza compromettere la tua privacy digitale? Si può ancora, ecco come

Le strategie di sicurezza digitale per proteggere la privacy al confine

Viaggiare negli Stati Uniti senza compromettere la tua privacy digitale? Si può ancora, ecco come

Negli ultimi anni, chi viaggia in paesi come Russia o Cina ha imparato a prendere precauzioni digitali molto serie. Prima di partire, alcuni esperti di sicurezza consigliano di lasciare a casa i dispositivi personali e portare con sé solo smartphone e laptop “puliti”, configurati con account temporanei e privi di informazioni sensibili. In certi casi, si arriva perfino a usare dispositivi diversi per ogni paese, così da poterli analizzare al ritorno e verificare eventuali compromissioni.

Ma oggi, queste misure non riguardano più soltanto i regimi autoritari. Secondo molti professionisti del settore, anche gli Stati Uniti stanno diventando un paese dove è meglio viaggiare con prudenza digitale — soprattutto per chi non è cittadino americano.

Controlli più severi per gli stranieri

Negli ultimi anni, soprattutto con il secondo mandato di Donald Trump, è aumentato il numero di persone fermate o respinte al confine. Tra queste ci sono cittadini europei, ma anche residenti permanenti con regolare green card. Alcuni raccontano di essere stati trattenuti per giorni o addirittura settimane.

In un caso emblematico, a uno scienziato francese è stato negato l’ingresso dopo che gli agenti hanno trovato, nel suo smartphone, messaggi critici verso la politica americana sulla ricerca scientifica.

Intanto, molti Paesi europei – come Germania e Regno Unito – hanno aggiornato i loro avvisi di viaggio per chi si reca negli Stati Uniti.

Il confine USA: una “zona grigia” per la privacy

Alla frontiera americana, la Customs and Border Protection (CBP) – l’agenzia che si occupa dei controlli doganali – non applica le stesse garanzie previste dalla Costituzione americana, come ad esempio il diritto alla privacy.

In pratica, gli agenti possono ispezionare telefoni e computer senza un mandato, anche solo per un sospetto generico. Giornalisti, ricercatori e perfino turisti sono stati fermati, con i dispositivi sequestrati o analizzati anche per mesi.

Secondo Nathan Wessler, esperto dell’associazione per i diritti civili ACLU, tutto questo rappresenta un attacco alla libertà di espressione.

Cosa puoi fare per proteggere i tuoi dati

Ecco alcune regole pratiche per chi vuole difendere la propria privacy digitale quando entra negli USA:

  • Avverti qualcuno prima del controllo

Se pensi di poter essere fermato, avvisa un avvocato o una persona fidata prima di affrontare il controllo doganale. Potrebbero essere fondamentali se vieni trattenuto.

  • Cripta i tuoi dispositivi

Proteggi laptop e smartphone con strumenti come BitLocker, FileVault o Veracrypt, e imposta un codice complesso per lo sblocco (meglio un PIN alfanumerico che l’impronta o il riconoscimento facciale).

Spegni sempre i dispositivi prima della dogana: la crittografia funziona meglio quando sono spenti.

  • Usa “dispositivi da viaggio”

Porta con te solo il minimo indispensabile. Meglio ancora, prepara un dispositivo “vuoto” con dati neutri e un account Apple o Google creato appositamente per il viaggio. Così, anche se vieni costretto a sbloccarlo, non darai accesso a informazioni personali.

  • Scollega i servizi cloud

Esci dai tuoi account Google Drive o iCloud prima del controllo, così i funzionari non potranno accedere ai dati online. Fai un backup prima della partenza, poi cancella foto e documenti dal dispositivo.

Se ti rifiuti di fornire password, cosa succede?

Secondo la legge americana, i cittadini USA non possono essere espulsi se non vogliono fornire le password. Ma potrebbero essere trattenuti o vedere i propri dispositivi sequestrati.

Per gli stranieri, la situazione è più complicata. Se ti rifiuti, potresti essere respinto alla frontiera. Sta a te decidere: preferisci entrare negli USA rinunciando alla privacy, o difendere i tuoi dati ma rischiare di non essere ammesso?

Attenzione alle “perquisizioni avanzate”

La CBP distingue due tipi di controlli:

  • Base: l’agente guarda manualmente nel tuo telefono o computer.

  • Avanzata: i dispositivi vengono collegati a un software che può copiarne o analizzarne il contenuto.

Le ispezioni avanzate dovrebbero avvenire solo in presenza di “fondato sospetto”, ma spesso la linea è molto sottile. La CBP richiede che i dispositivi siano consegnati “in condizioni tali da poterli esaminare”, aggirando così il problema delle password.

Una zona grigia della legge

Il diritto alla privacy digitale alla frontiera non è chiaramente regolato. La Corte Suprema USA ha vietato nel 2014 la perquisizione dei telefoni senza mandato in caso di arresto, ma quella sentenza non si applica ai controlli doganali.

Fino a oggi, non esiste una regola chiara che protegga residenti stranieri o turisti dal controllo dei dispositivi. Come spiega la professoressa Elizabeth Joh dell’Università della California, “le dogane americane sono un limbo legale.

In sintesi: proteggiti così

  • Porta solo i dati strettamente necessari
  • Prepara dispositivi “neutri” per il viaggio
  • Crittografa tutto e usa codici forti
  • Spegni i device prima dei controlli
  • Evita di accedere ai tuoi cloud o social
  • Avvisa un legale o un contatto fidato prima del controllo

“L’unico modo sicuro per proteggere i tuoi dati è non portarli con te”, conclude Nathan Wessler.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.