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ECONOMIA & SOCIAL

Quanto guadagnano davvero gli influencer italiani su Instagram, TikTok e YouTube

Dallo studio Kolsquare emerge una realtà ben diversa da quella che appare sui social: pochi guadagnano tanto, molti fanno fatica

Quanto guadagnano davvero gli influencer italiani su Instagram, TikTok e YouTube

Dietro filtri patinati e sorrisi sponsorizzati, il mondo degli influencer italiani racconta tutt’altra storia. Secondo i dati dello studio Creator Economy 2025, realizzato dalla francese Kolsquare, soltanto il 13% dei content creator del nostro Paese riesce a portare a casa più di 5mila euro al mese. Per un terzo di loro, invece, il guadagno mensile resta sotto i mille euro.

Numeri netti, che fotografano un settore in piena espansione ma ancora instabile, dove la maggioranza lavora a ritmi serrati per compensi che, nella maggior parte dei casi, non garantiscono un reddito dignitoso. Lo studio, condotto su un campione di 783 creator europei, rivela che solo il 28% lavora a tempo pieno con i social. L’Italia, con il suo 35%, si piazza al primo posto in Europa per numero di influencer “full time”, ma questo non significa che chi crea contenuti viva bene. L’81% infatti integra con attività parallele, spesso legate alla produzione o alla promozione.

C’è poi un altro dato che colpisce: la scelta dei brand con cui collaborare. In Italia il 62% degli influencer seleziona i partner in base ai valori condivisi, mentre solo il 36% dichiara di farlo per il compenso. È una questione di coerenza, certo, ma anche di opportunità: il rischio è lavorare gratis o per cifre simboliche. E infatti la forbice si allarga quando si parla di genere. Se tra gli uomini solo il 24% dichiara di guadagnare meno di mille euro al mese, tra le donne la percentuale sale al 43%. Un gender gap che, anche nell’influencer marketing, continua a pesare.

Instagram resta la gallina dalle uova d’oro: il 53% dei creator italiani incassa soprattutto da lì. Seguono TikTok (14%), YouTube (13%) e LinkedIn (9%). Il 67% monetizza tramite collaborazioni e contenuti sponsorizzati. Al contrario, la vendita diretta di prodotti funziona poco, soprattutto da noi. In Germania vanno forti i programmi di monetizzazione interni alle piattaforme. In Francia, invece, va per la maggiore l’omaggio in cambio di post: il 69% dei creator ha lavorato senza compenso economico, accettando regali.

Capitolo tariffe: su Instagram i nano influencer (5-10mila follower) possono portare a casa tra i 100 e i 300 euro a post. I micro (10-50mila) arrivano a 1.500 euro, i mid-tier (fino a 300mila follower) toccano i 5.000, mentre le celebrity da oltre 3 milioni possono chiedere anche 40.000 euro per una singola pubblicazione. TikTok premia di più le fasce medie: i mid-tier hanno visto crescere i guadagni del 13,3% rispetto al 2024, mentre i micro su Instagram segnano un +33%. Anche i macro creator crescono: +6,2% su TikTok e +5% su YouTube.

Su YouTube le cifre fanno davvero la differenza. Chi ha tra 100.000 e 500.000 iscritti può guadagnare tra i 7.500 e i 13.500 euro a video. Oltre il mezzo milione, si sale fino a 25.000 euro. I più grandi, con oltre un milione di iscritti, sfiorano i 60.000 euro per una singola produzione dedicata.

Eppure, i milioni veri stanno ancora altrove. Il mercato italiano dell’influencer marketing ha chiuso il 2024 con un valore di 370 milioni di euro, in crescita del 6,3% rispetto all’anno precedente. A spingere sono soprattutto i settori fashion & beauty (26% del totale), food & beverage (18,2%), gaming & tech (15%) e travel & lifestyle (12,5%). Le previsioni per il 2025 parlano di una crescita più lenta, ma comunque costante: si stima un giro d’affari da 385 milioni (+4,05%).

In sintesi? I social fanno numeri, ma il conto lo incassano in pochi. Le fasce intermedie crescono, le piattaforme si evolvono, ma per la maggior parte dei creator italiani il successo digitale è ancora una scommessa.

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