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TECNOLOGIA & SOCIETà
24 Settembre 2025 - 21:00
Sempre connessi, sempre con lo schermo in mano. Non importa l’età né la professione: per milioni di persone restare online è diventata la normalità, un riflesso automatico della vita quotidiana. Una nuova indagine del Pew Research Center fotografa con chiarezza questa realtà: quasi un terzo degli intervistati, a livello globale, dichiara di essere “quasi costantemente” collegato. In Europa, spiccano cinque Paesi dove la connessione non si interrompe mai: Spagna, Regno Unito, Francia, Svezia e Italia.
Il sondaggio, condotto in 24 Paesi, evidenzia come in Giappone (56%) e Corea del Sud (49%) la vita digitale domini le giornate. All’estremo opposto si trovano Nigeria (13%) e Grecia (14%), dove il tempo online resta contenuto e la quotidianità mantiene ancora spazi offline.
Nel vecchio continente, i dati raccontano una connessione diffusa e capillare. In Spagna, Regno Unito, Francia, Svezia e Italia oltre il 90% delle famiglie dispone di Internet veloce a casa, una condizione che rende più facile vivere sempre connessi. L’Ungheria rappresenta un’eccezione: il 12% degli intervistati ha dichiarato di non usare affatto Internet, percentuale comunque inferiore rispetto a Paesi come India e Kenya, dove un terzo della popolazione resta offline.
Lo studio conferma un aspetto chiave: in tutti i Paesi analizzati, gli adulti più giovani sono i più presenti sul web e sui social. Ma non sono i soli: la tendenza riguarda ormai fasce d’età sempre più ampie, trasformando l’iperconnessione in una caratteristica comune e non più generazionale.
Il tema preoccupa anche i decisori politici. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha paragonato i rischi legati all’uso intensivo dei social a quelli di fumo, alcol e droghe, sollecitando nuove regole per proteggere i minori. “Così come ai miei tempi si fissavano limiti chiari su ciò che i giovani potevano o non potevano fare, oggi serve lo stesso per i social media”, ha dichiarato lo scorso 13 settembre al Parlamento europeo, come riportato da Euronews.
Sempre più Paesi europei stanno valutando restrizioni concrete, dalle limitazioni all’uso degli smartphone nelle scuole fino a nuove norme per le piattaforme digitali. Una linea che si inserisce in una tendenza globale: secondo l’Unesco, decine di Stati hanno già bandito i cellulari dalle aule.
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