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12 Novembre 2025 - 19:00
Circa un quarto delle donne lavoratrici con figli, ossia circa 865.000 persone, potrà beneficiare del bonus mamme lavoratrici. Questo contributo è destinato alle lavoratrici con un reddito annuo non superiore a 40.000 euro. La stima è stata fornita dal presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, durante un’audizione alla Commissione Bilancio del Senato sulla Manovra. Ecco tutte le informazioni utili per richiederlo.
Il beneficio è riservato a:
Lavoratrici dipendenti con contratto a tempo determinato o indeterminato.
Libere professioniste e lavoratrici autonome iscritte a gestioni previdenziali obbligatorie o a casse professionali.
Requisiti principali:
Avere almeno due figli.
Il contributo è valido fino al compimento dei 10 anni del figlio più piccolo.
Le lavoratrici domestiche sono escluse.
Per le autonome iscritte alla Gestione separata, il bonus si calcola sui mesi di attività lavorativa effettiva durante il 2025. Restano fuori dal beneficio le titolari di cariche sociali o imprenditrici non iscritte a forme previdenziali obbligatorie.
Per le madri con tre o più figli, il limite di età per usufruire del bonus del figlio più piccolo sale fino ai 18 anni.
A partire dalla Legge di Bilancio 2026, l’assegno mensile sale da 40 a 60 euro, esentasse e quindi non imponibile sul reddito.
L’erogazione avverrà a partire da dicembre 2025, compatibilmente con la data di presentazione della domanda. Le richieste inoltrate successivamente saranno pagate entro il 31 gennaio 2026, ma non oltre febbraio 2026.
La richiesta va inoltrata entro il 9 dicembre 2025 tramite il portale Inps, usando SPID, Carta d’Identità Elettronica (CIE) o con il supporto dei patronati.
Dichiarazioni necessarie:
Essere madre di due figli (più piccolo sotto i 10 anni) oppure di almeno tre figli (più piccolo sotto i 18 anni).
Fornire i dati anagrafici completi di ciascun figlio, incluso codice fiscale e, in caso di adozione o affidamento, la data di ingresso nel nucleo familiare.
Oltre al bonus, sono previste altre misure a sostegno delle madri lavoratrici:
Decontribuzione totale fino a 8.000 euro per i datori di lavoro privati che assumono donne madri di almeno tre figli minorenni senza impiego retribuito da almeno sei mesi.
Priorità nella trasformazione del contratto da tempo pieno a tempo parziale per genitori con tre o più figli conviventi fino ai 10 anni del più piccolo, senza limiti in caso di figli disabili.
Possibilità di prolungare i contratti temporanei per sostituzioni in congedo fino al primo anno di vita del bambino.
Secondo il rapporto Istat–Cnel, meno di una donna su due tra i 25 e i 34 anni è occupata. Il part-time interessa solo il 6,6% degli uomini nella fascia 25-54 anni, contro il 31,3% delle donne. La differenza aumenta ulteriormente tra genitori: tra gli uomini con figli il part-time scende al 4,6%, mentre tra le madri sale al 36,7%.
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