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L'evento

I Portici di Carta che si sono rialzati: dai lacrimogeni a riflettori di legalità

Si è chiusa poche ore fa la 2 chilometri di libri in centro, iniziata subito all'indomani degli scontri di venerdì notte

I Portici di Carta che si sono rialzati: dai lacrimogeni a riflettori di legalità

Il taglio del nastro di quest’anno si è quasi sovrapposto a una riunione urgente del Comitato per la Sicurezza Pubblica della Città insieme alla Questura di Torino, ma alla fine Portici di Carta si è concluso senza incidenti. E la città, forse, può tirare un sospiro di sollievo.

L’antefatto: le fiamme in piazza Castello
La vigilia dell’evento che ogni anno trasforma le vie del centro cittadino in una passerella di stand con librai, editori e autori più noti, era stata infatti segnata dall’assedio di piazza Castello. Una guerriglia coi poliziotti frutto di alcuni «professionisti del dissenso organizzato», aveva spiegato all’indomani dei fatti il sindaco di Torino Stefano Lo Russo. Pochi che avrebbero «reclutato alcune centinaia di giovanissimi, provenienti dalle periferie. E che nulla avrebbero a che vedere con lo sciopero di venerdì 3 ottobre», dice il sindaco.
Ma sta di fatto che sabato mattina parte degli allestimenti che dovevano essere pronti per Portici di Carta era stata data alle fiamme. Transenne divelte, sedie bruciate. Stand tutt’altro che pronti... e alcuni degli ospiti (come i librai Golem e Therese) che, spiazzati, vanno via.

Città del Libro risponde: «Fatto il possibile»
Il bilancio delle “defezioni” all’evento organizzato dal Salone del Libro in collaborazione con la Città, è stato di 10 su 65 librai. «Immaginate di fare banco esattamente qui», spiega il Golem via social. E “qui” è il luogo degli scontri di venerdì notte. Per Therese, invece, si tratterebbe di «contingenze eccezionali e molto delicate», dicono rispondendo a quanti si chiedono come mai quest’anno non ci siano.
Eppure l’organizzatore dell’evento, Torino la Città del Libro lo spiega in modo chiaro: «Abbiamo subito sentito le istituzioni, fatto il possibile per fornire soluzioni ai problemi degli espositori», racconta Silvio Viale, il suo presidente. «Certo, qualche piccola défaillance organizzativa c’è stata. Mancavano delle sedie o qualche tavolo fino a metà mattina, ma le difficoltà che abbiamo avuto sono indubbie», continua.

Il "clou" dei cortei di venerdì sera, finiti sul primo tratto di via Po

La cultura a passeggio
Insomma, qualche “buco” qua e là i più fedeli all’evento lo hanno notato, ma si è fatto il meglio che si poteva, date le delicate circostanze. E il bilancio della diciottesima edizione di Portici di Carta sarebbe comunque molto positivo. Nessun editore si è alla fine tirato indietro. E il calendario è stato comunque fitto: 82 appuntamenti, a cui vanno aggiunti 10 passeggiate e itinerari letterari. Per un totale di 92 iniziative tra piazza Castello, Palazzo Madama, il Teatro Regio con il Foyer del Toro e la Galleria Tamagno, la Fondazione Accorsi Ometto.
In piazza Castello, invece, si sono tenuti fino a ieri circa 30 appuntamenti letterari nell'ambito del progetto «Leggere il Mondo»: a tema interculturalità. Mentre è stata rinnovata per il terzo anno la collaborazione con le Giornate della Legalità, realizzata dalla Fondazione per la Cultura per la Città di Torino, che con i «Portici della Legalità» ha provato a far riflettere su concetti forse mai tanto vivi quanto oggi: legge e disobbedienza civile.

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