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Violenza alle vallette

Ammazza di botte il compagno di cella, poi dà fuoco al carcere di Torino

Due agenti in ospedale dopo che il detenuto ha incendiato il materasso

carcere

Depositphotos

Il 23 giugno aveva ucciso a calci e pugni il suo compagno di cella nel carcere di Velletri. Poi è stato spostato a Torino e ha appiccato un incendio: è successo ieri al Lorusso e Cutugno e, nel parapiglia che ne è seguito, un agente di polizia penitenziaria è rimasto ferito. E un suo collega è stato intossicato dal fumo nell'ennesimo momento di tensione al carcere torinese, su cui si rincorrono allarmi da mesi: «La situazione sta divenendo sempre più pericolosa attendiamo risposte concrete dalla politica e dal Dipartimento della polizia penitenziaria, tuttora silenti» denuncia l'Osapp, sindacato dell’Osapp degli agenti. E solo venerdì magistrati e avvocati hanno puntato il dito contro le «condizioni disumane» delle Vallette.

Il protagonista dell'ultimo episodio si chiama Federico Brunetti e nelle scorse ore ha incendiato un materasso nel bagno della propria cella al carcere delle Vallette, che si trova nella sezione A del padiglione "Sestante", il reparto destinato all'osservazione psichiatrica. Quindi ha tentato di strappare le chiavi della cella dalle mani di un agente corso sul posto per domare le fiamme.

La sezione è stata evacuata mentre Brunetti si è asserragliato nella cella, pretendendo un medico prima di uscire. Poi, per fortuna, il personale di polizia penitenziaria è riuscito a riportare la calma e il detenuto si è messo a dormire.

Intanto i due agenti sono stati trasportati e medicati al pronto soccorso dell'ospedale Maria Vittoria: il primo agente ha riportato una distorsione al polso giudicata guaribile in tre giorni. Per il collega intossicato dal fumo, invece, la prognosi è di due giorni.

«E' ora che la Regione Piemonte individui con urgenza strutture idonee diverse dalle Rems, dove sistemare e curare i soggetti con problemi psichiatrici»: lo dichiara il sindacato di polizia penitenziaria Osapp dopo l'incendio di ieri.

Le Rems sono le strutture che ospitano persone non imputabili perché incapaci di intendere e di volere al momento dell'esecuzione del reato e definite socialmente pericolose: «Come abbiamo più volte denunciato - dicono dall'Osapp - sono soggetti che in carcere non devono stare. La Regione Piemonte dovrà inviare degli specialisti. Bisogna evitare il tour penitenziario cittadino dei detenuti presso le strutture esterne. Speriamo di essere ascoltati perché di incontri ne abbiamo fatti e di chiacchiere ne abbiamo sentite tante. Ma, fino ad oggi, nessun provvedimento è stato preso».

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