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Il borghese

Case e negozi svaligiati: a Torino ora è allarme, ma la legge tutela i ladri

Record di furti in città. La questura: "Li arrestiamo e tornano subito liberi"

Case e negozi svaligiati: a Torino ora è allarme, ma la legge tutela i ladri

Hanno spogliato anche le bambole, gli infami. Rotto i vasi, una vecchia chitarra, rivoltato ogni armadio, dato il giro a tutti i cassetti. Poi hanno fatto merenda (cipollini in agrodolce e Coca Cola), fumato una sigaretta e se ne sono andati. Chiudendo la porta, visto che la serratura era intatta ed è bastato tirarsela dietro prima di prendere l’ascensore e sgattaiolare via con una collanina e un orologio che sul mercato nero valgono niente, ma per i padroni di casa erano gli ultimi ricordi dell’amata zia. Ed è con le lacrime agli occhi che Ada, una nostra lettrice, ci ha raccontato la violenza subita. Perché di violenza si tratta, seppur non fisica. Una violazione della casa, che è un prolungamento di noi. 

Con mani sconosciute che hanno rovistato ovunque, toccato i vestiti, forse il cibo. Senza risparmiare i giochi dei figli che ora usano i suoi nipotini. Come il bambolotto a cui i ladri hanno tolto gli abiti, immaginando che i soldi potessero essere nascosti anche lì. «Bestie», dice Ada, con altri epiteti che è meglio non ripetere. Professionisti, le hanno spiegato i poliziotti. Maghi della cosiddetta chiave bulgara, che poi non è altro che un set di ferri modificati che aprono le serrature come scatolette di tonno. Senza lasciare neppure una scalfitura.

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L’hanno fatto a casa di Ada, che abita a Barriera di Milano. Ma anche in decine, forse centinaia di abitazioni che, con l’arrivo dell’estate, diventano terreno di caccia per bande ben strutturate di predoni in trasferta. I proprietari in vacanza, i ladroni in città, si potrebbe dire parafrasando il titolo di un vecchio film francese. E a quanto pare quest’anno «è una vera e propria strage». Con colpi a raffica dalla periferia alla collina, passando per il centro città. Di notte e di giorno, a casa di Vip (ricordate i furti a casa dei big della Juve?) ai normalissimi alloggi dei poveri cristi.

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Polizia e carabinieri fanno quello che possono, la procura coordina inchieste su queste bande che si trasformano, cambiando spesso la composizione delle batterie. Ma loro – i banditi – sono veloci, astuti. Organizzatissimi. E quando sentono il fiato sul collo, si trasferiscono in un’altra città. Ben consapevoli che poi, se anche li prendessero, le pene previste per un furto con scasso fanno ridere. Che il gioco vale la candela.

Il boom di reati predatori

C’è anche questo, anche se le statistiche non lo dicono, dietro al boom di reati predatori che si registra nella nostra città, con un + 30% di colpi in casa dal 2019 (quando erano stati 2.700) al 2022 (3.500). Se si allarga lo sguardo ai furti ogni genere (in abitazione, di auto, su auto e nelle attività commerciali), si passa dai 32mila del 2019 a poco più di 30mila nel 2022, mentre a maggio di quest’anno (ultimo dato disponibile) si era arrivati a 13.800.

A crescere, dunque, sono soprattutto i raid nelle abitazioni. E nei negozi. Nel 2019, quelli svaligiati in città erano stati circa 2.300, nel 2022 ben 2.400 e, da gennaio fino a maggio di quest’anno 1.160. A questo ritmo a fine anno si arriverà a 2.800 furti, con un aumento del 15%.

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Cento arresti per spaccate nel 2023

Proprio ieri, la questura calcolava che, soltanto la polizia, dal primo gennaio di quest’anno, ha arrestato un centinaio di persone per altrettante spaccate nei negozi. Dunque, ogni settimana, le manette scattano tre, quattro volte. Quasi sempre ai polsi di senza fissa dimora, quasi sempre stranieri. E ad essere fermate, sottolineano da via Grattoni, sono sovente le «le medesime persone». Metà, sono state bloccate dentro il locale che volevano svaligiare. Segno che i controlli ci sono, che sono efficaci. Ma la legge è dalla loro parte. Perché dopo 48 ore sono di nuovo fuori, liberi di rubare. Come il marocchino fermato l’altra sera all’interno di un ristorante di via Bologna, che aveva l’obbligo di firma per lo stesso tipo di reati. Domani lo fermeranno da un’altra parte. Dentro una birreria o in un negozio di scarpe.

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Si farà un altro processo per direttissima, lo Stato gli pagheremo un altro avvocato di ufficio. Due poliziotti saranno bloccati per una mattinata al Palagiustizia per accompagnarlo, serviranno un giudice, un pm e un traduttore. I costi di questa pagliacciata che si ripete ogni 24 ore si possono immaginare. Ma è meglio non farlo sapere ad Ada. Perché il conto lo paga anche lei.

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