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L'indagine
15 Settembre 2023 - 04:00
Nel riquadro, Modaffari e Musolino
Prima il tentato omicidio, poi la valanga di denunce per i soldi spariti dai conti dei condomini che amministra: spuntano nuovi guai per Leo Modaffari, amministratore che il 9 agosto ha tentato di dare fuoco a un avvocato durante un’assemblea del condominio tra via Ivrea e via Cavagnolo, a Falchera.
Quel giorno, al vicino bar Toffee, si discuteva la revoca dell’incarico a Modaffari. Gli inquilini si erano rivolti all’avvocato Eugenio Musolino perché, a sentire loro, erano spariti 360mila euro dai conti dei due palazzi. Durante la riunione, però, l’amministratore ha tirato fuori una borraccia termica e ha gettato del liquido infiammabile sulla testa di Musolino. Poi ha estratto un accendino e ha tentato di dare fuoco all’avvocato. Due click ma a vuoto, per fortuna, poi gli inquilini gli sono letteralmente volati addosso e l’hanno bloccato. Mentre Musolino veniva portato al San Giovanni Bosco per accertamenti, Modaffari è stato arrestato dai carabinieri e portato in carcere, dove si trova tuttora in attesa del processo per tentato omicidio.
Ma quella potrebbe essere solo l’inizio delle disavventure giudiziarie di Modaffari in tribunale, che aveva lavorato lì come funzionario prima di aprire uno studio di amministratore (in precedenza aveva anche fatto l’insegnante).
Sarebbero decine le denunce già finite sulla scrivania del pubblico ministero Enzo Bucarelli, che ora indaga l’amministratore per appropriazione indebita. Accuse che il diretto interessato e il suo avvocato, Fabrizio Romano, avevano sempre respinto.
Eppure qualcosa si sta muovendo: mercoledì pomeriggio, un gruppo di condomini gestiti da Modaffari si è presentato davanti ai giudici civili per chiedere la revoca dell’incarico dell’amministratore.
I 40 residenti all’angolo fra corso Brescia e via Alessandria si sono rivolti all’avvocato Emanuela Peracchio e poi al Tribunale civile dopo aver riscontrato quelle che ritengono gravi irregolarità contabili: «Un giorno ci hanno staccato il gas e abbiamo scoperto che Modaffari aveva un debito da 500mila euro - racconta Patrizia Alessi, consigliera in Circoscrizione 7 e inquilina di corso Brescia angolo via Alessandria - Ma erano trent’anni che amministrava il nostro condominio, di lui ci fidavamo».
I giudici si sono riservati la decisione ma dovrebbero esprimersi nel giro di qualche giorno. Ed è possibile che il giudice civile riscontri dei reati e inoltri la “pratica Albesiano” al pm Bucarelli: così la situazione del condominio di Barriera di Milano verrebbe aggiunta all’inchiesta penale, dove si sarebbero già accumulate decine di querele e accuse per la sottrazione di milioni di euro dai conti dei condomini.
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