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La crisi del lavoro

L'arcivescovo duro con Stellantis: "Volete investire o chiudere? Fate chiarezza"

Monsignor Repole incontra i lavoratori della Lear e parla di Mirafiori, Maserati e di cassa integrazione

L'arcivescovo duro con Stellantis: "Volete investire o chiudere? Fate chiarezza"

Mentre il periodo natalizio si avvicina, le nuvole nere della crisi industriale si addensano sopra Torino, portando licenziamenti e incertezza per centinaia di lavoratori. L'arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole, in un'accorata dichiarazione, ha accusato il mondo industriale per la "crisi mai risolta di Mirafiori" e ha criticato il nuovo Hub dell'economia circolare di Stellantis.

L'appello arriva dopo che, nel pomeriggio di oggi, monsignor Repole ha ricevuto in arcivescovado le rappresentanze sindacali dei lavoratori della fabbrica Lear di Grugliasco, dove 300 persone sono a rischio licenziamento a causa della crisi produttiva dell'azienda, fornitrice del gruppo automobilistico Stellantis, dell'ex Maserati in dismissione, nello specifico. Oltre alla Lear, altre fabbriche torinesi, come la Te Connectivity di Collegno e il Feltrificio Fir di Sant’Ambrogio, stanno affrontando gravi crisi occupazionali.

Con un forte appello alle aziende e alle istituzioni pubbliche, l'arcivescovo ha sottolineato la necessità di tentare tutte le strade possibili per conservare le produzioni e i posti di lavoro. Ha esortato i responsabili delle imprese a non rassegnarsi alle difficoltà di mercato e a considerare il peso umano dietro ogni decisione.

L'arcivescovo ha evidenziato che l'emergenza delle piccole e medie aziende torinesi è parte di una crisi di sistema che affonda le radici nella contrazione del comparto automobilistico attorno alle fabbriche Stellantis (ex Fiat). Ha sollevato domande chiare sulla campagna di prepensionamenti e di esodi incentivati, la chiusura della sede ex Maserati e la cassa integrazione nelle linee di Mirafiori, chiedendo ai responsabili di Stellantis di offrire un chiarimento sui loro progetti per Torino: rilancio o ridimensionamento? 

"A tutti i livelli delle istituzioni e della società civile Torino sente il bisogno di parole chiare sui progetti del gruppo automobilistico: credo che sia giusto chiederle" conclude monsignor Roberto Repole.

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