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il delitto di via san massimo

Ucciso a martellate, un anno fa la lettera-shock ad Atc: “Aiuto, qui c'è gente pericolosa”

Nel luglio 2022, gli inquilini avevano già lanciato l'allarme

Il palazzo di via San Massimo 33

Il palazzo di via San Massimo 33

Abusivi, risse, prostituzione. Un cocktail micidiale da cui il morto prima o poi sarebbe uscito per forza. Era già successo nel 2005, quando ad essere ammazzato in quegli alloggi fu Luigi Lucarelli, un ex calzolaio. Ed è successo adesso, con la morte di Massimo Lodeserto, massacrato a martellate e poi nascosto in cantina per tre mesi. Ma in verità, gli inquilini del palazzo di via San Massimo le istituzioni le avevano già avvertite. Un anno e più fa, nel luglio 2022, con una lunga lettera ad Atc, che gestisce gli appartamenti al civico 33 dov’è stato trovato cadavere Lodeserto. Una lunga missiva dove a un certo punto un passaggio colpisce più degli altri: “Dopo l'assegnazione degli alloggi, molti soggetti sono abbandonati a loro stessi e ai loro problemi. Ci si accorge della scomparsa di alcuni di loro dopo la loro morte; non perché patiamo la loro mancanza, ma in diversi casi iniziamo a sentire la tipica puzza di cadavere”. Parole che, a pensarci ora, suonavano già come un monito, o una premonizione. Perché il corpo senza vita del 57enne Massimo Lodeserto, in cantina ci è rimasto per tre mesi e quattro giorni prima di essere scoperto dai carabinieri.

La lettera tocca poi altri punti, come gli alloggi “assegnati a persone socialmente pericolose”. E Nino Capaldo, il fermato per l’omicidio di Lodeserto, pericoloso lo era, essendo un ex camorrista condannato a 15 anni nel 2019. Ma i problemi non si limitano alla sicurezza, perché gli inquilini lamentano anche fognature otturate, cassette delle lettere in stato pietoso e fughe di gas. «Non sappiamo nemmeno chi è l’amministratore», ripetevano in molti il giorno del blitz dei carabinieri. Atc replica ricordando che molti interventi erano già programmati, mentre per altri i soldi non ci sono, puntualizzando poi che la manutenzione straordinaria è in capo al Comune, e non è nemmeno tanto semplice visto che si tratta di un palazzo storico e con vincoli precisi. L’Agenzia è poi a conoscenza delle occupazioni abusive. Intanto, gli stessi inquilini arrabbiati una mano l’avevano pure tesa, e lo si capisce a fine lettera: “Vogliamo collaborare insieme per ridare dignità a un palazzo storico”. Nel frattempo, ieri mattina alle 10 si è tenuta l’udienza di convalida di Nino Capaldo, il fermato per l’omicidio, che resta in carcere.

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