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dopo l'omicidio
08 Dicembre 2023 - 10:20
Le cantine di via San Massimo, dov'è stato trovato il cadavere di Massimo Lodeserto
Una ragazzina di 12 anni che non può invitare le amiche a casa. E che quando esce per andare a scuola, mamma e papà la sorvegliano a vista. Succede anche questo in via San Massimo 33, il “palazzo del camorrista” perché fino all’altro giorno ci viveva un ex affiliato, Nino Capaldo, fermato per avere ucciso e nascosto in cantina Massimo Lodeserto. E succede che una mamma, da Milano - dove si trova perché la figlia è ricoverata all’ospedale Niguarda - trovi la forza di raccontare il suo quotidiano terrore scrivendo alla nostra redazione.
Così ha fatto Claudia, mamma di due bambini, una femmina di 12 anni e un maschio di 9, che si è sfogata raccontando a TorinoCronaca una situazione non più sostenibile: «Mio figlio più piccolo lo accompagniamo noi in giro, ma la più grande vuole uscire da sola - racconta Claudia - e io la devo istruire su quasi tutto, ad esempio dicendole di non andare mai in ascensore con gli sconosciuti. E poi lei vorrebbe invitare le amiche a casa, ma non lo può fare perché non siamo al sicuro». In pratica, una 12enne non può fare come fanno tutte le altre ragazze della sua età. E la sua “colpa” è di vivere nel palazzo della paura. Dove nel 2005 venne ammazzato Luigi Lucarelli, ex calzolaio. E dove il 30 agosto scorso è stato ucciso e poi gettato in cantina Massimo Lodeserto. A luglio 2022, un anno e mezzo prima del delitto, gli inquilini avevano scritto una lettera ad Atc, dove elencavano ogni genere di problema: dalle occupazioni abusive alle fughe di gas, senza dimenticare le fognature otturate e le cassette delle lettere in stato pietoso. E i soggetti “poco raccomandabili” che negli ultimi anni abitano al civico 33 di via San Massimo: “sono stati assegnati alloggi a persone socialmente pericolose”, recitava la lettera. Come il pentito Nino Capaldo, ma non solo.
Da via San Massimo, Claudia, il marito e i figli vogliono scappare: «Appena i bambini finiranno la scuola ce ne andremo, per ora dobbiamo sopravvivere in questo inferno. Non è possibile vivere nella paura, assistere a risse notturne, vedere ubriachi in ascensore e sbandati che dormono in cantina». Nino Capaldo, Claudia lo vedeva di sfuggita «al mattino, ma non gli davo confidenza. Non sapevo nulla del suo passato». Intanto è stata fatta l’autopsia sul corpo di Massimo Lodeserto: più di dieci le martellate per ucciderlo e il suo corpo senza vita è stato avvolto con coperte e sacchi dell'immondizia e legato per facilitarne il trasporto in cantina.
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