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VENDESI A TORINO
05 Febbraio 2024 - 13:30
Porta Nuova vendesi (ma solo i negozi)
Il cartello “Vendesi” sull’ingresso di corso Vittorio Emanuele II non c’è ma poco cambia: Porta Nuova è in vendita. Non lo storico edificio, ovviamente, e neanche i binari: in cerca di acquirente sono i circa 50 negozi che compongono la più grande galleria commerciale del centro di Torino.
In vendita, per la precisione, è finita Grandi Stazioni Retail, società che fa capo al fondo francese Antin Infrastructure Partners (65%) e ai due soci minoritari, il fondo Icamap (23%) e Borletti Group (11%) e che controlla circa 850 negozi nei 14 più grandi scali ferroviari italiani: da Milano Centrale a Roma Termini, e poi le principali stazioni di Napoli, Firenze, Venezia per finire, appunto, a Torino Porta Nuova.
Gli attuali proprietari avevano acquisito Grandi Stazioni sette anni fa, comprandola da Ferrovie dello stato ed Eurostazioni al prezzo di circa un miliardo di euro. Adesso, secondo quanto trapela, la vendita sarebbe stata affidata a Ubs tramite i propri banchieri londinesi, con un valore che sarebbe lievitato a 1,5 miliardi di euro. Del resto, per farsi un’idea del giro d’affari basti pensare che gli scali ferroviari in cui si trovano i negozi che fanno capo al gruppo sono frequentati ogni anno da circa 750 milioni di persone, tra i pendolari che davanti a quelle vetrine passano tutti i giorni o quasi, i passeggeri più occasionali e anche chi va a fare due passi in stazione proprio per vedere i negozi o per mangiare o prendere un caffè in uno degli innumerevoli locali. Un giro d’affari immenso che, a Torino, non è stato intaccato neanche dall’avvento, 11 anni fa, della nuova Porta Susa visto che ancora oggi l’avveniristica stazione di corso Bolzano, proprio in fatto di negozi resta un vero e proprio deserto.
Ma chi potrebbe essere interessato a rilevare un tale colosso del commercio italiano? Al momento, i favoriti paiono essere i fondi sovrani del Medio Oriente, in particolare degli Emirati Arabi Uniti e del Qatar. Ma la proprietà potrebbe restare in Europa se, come pare, si faranno avanti anche compagnie come le francesi Predica e Altarea o gli svedesi di Eqt. Al momento, all’orizzonte non si intravedono compagnie italiane: un vero peccato, visto che a spendere in quei negozi sono soprattutto pendolari italiani e turisti che vi transitano per andare a vedere i nostri musei e monumenti.
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