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Il ministro: "Via gli incentivi"

Stellantis low cost. Ecco quante auto ha tagliato

I dati sul calo della produzione in Italia e Francia, la corsa dell'Africa e le accuse al vertice: "Pensano solo ai dividendi"

Stellantis: prima gli azionisti. Ecco quante auto ha tagliato

Il ministro Urso torna a minacciare Stellantis: «Chi va via dall’Italia dovrà restituire tutti gli incentivi ricevuti». E nel contempo promette di rivedere il meccanismo degli oltre 5 miliardi, destinandoli «alla produzione anziché al consumo». E nel frattempo, mentre la fabbrica simbolo di Mirafiori, quella più a rischio di tagli secondo le parole di Tavares, vive di cassa integrazione in arrivo e scioperi spontanei, dalla Francia bastonano il Gruppo: «Produzione? Pensa solo gli azionisti». E fanno il calcolo delle vetture tagliate in questi anni di vita.

Francia contro Italia?

L’analisi arriva dal giornale parigino Les Echos che, sulla querelle se Stellantis favorisca la Francia azionista a discapito dell’Italia, scrive che «nelle fabbriche i numeri di produzione del gruppo non descrivono la stessa realtà raccontata dai politici italiani». Dal 2019 Stellantis ha ridotto del 40% le auto in Francia, mentre in Italia dell’8%. «A contare di più nelle scelte di Stellantis sono motivazioni legate a redditività e remunerazione per gli azionisti». Gli interessi dell’azienda, per dirla con Tavares, che non ha mai nascosto di cercare produzioni a costo inferiore, arrivando a proporre anche alle aziende dell’indotto di seguire la stessa strada.

I numeri dei tagli

Secondo i dati di S&P, le auto prodotte in Francia sono passate da 1,2 milioni del 2019 a 737mila nel 2023, quelle italiane da poco più di 800mila alle 748.270 del 2023, che ha segnato un aumento dell’11%.

Nel 2024 sempre S&P Global stima una diminuzione del 12%, con ulteriore 6% l’anno seguente. Ma non in Francia, dove ci sarà un lieve incremento per arrivare a 730mila unità.

E il milione di auto prodotte promesso all’Italia e oggetto delle trattative-scontro con il governo?

Dalla Spagna all’Africa

Il primo rivale dell’Italia è la Spagna - dove peraltro sarà realizzata la prossima gigafactory per le batterie da 3mila posti di lavoro -, dove le tre fabbriche Stellantis hanno sfornato oltre un milione di veicoli. Da Marocco e Turchia sono uscite quasi 400mila auto, ossia 100mila in più rispetto al 2020, e Fiat si sta espandendo in Algeria.

Infine, gli stabilimenti dell’Est, da Tychy in Polonia che è la culla della nuova 600 e di Jeep Avenger a Trnava in Slovacchia e il nuovo sito per la Panda Elettrica in Serbia, a Kragujevac, che dovrebbero arrivare a 800mila vetture entro il 2025.

La minaccia di Urso

Il ministro Adoldo Urso, ieri dal convegno Fenapi Group su Pmi e Made in Italy a Roma, ha parlato delle politiche del governo in tema di incentivi. A margini dei lavori ha detto che «chi torna a produrre nel Paese avrà un incentivo fiscale per sei anni pari al 50%. Nel contempo, chi lascia il Paese, vale per tutte le imprese, dovrà restituire gli incentivi ricevuti negli ultimi 10 anni».

E poi, per essere chiaro, ha specificato: «Se non ci sarà un'adeguata risposta sul piano della produzione da parte di Stellantis, il governo sposterà gli incentivi del fondo automotive sulla produzione e non più sul consumo». Come non è ben chiaro, ma si tratta di un piano incentivi allo studio, da portare in sede di Consiglio dei ministri, con risorse per 5 miliardi e 300 milioni da spalmare su più anni di bilancio. A fine mese, le parti si rivedranno.

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