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Eredità Agnelli
17 Febbraio 2024 - 13:50
Al 91 di Esanestrasse, a Eschen sobborgo di Vaduz, capitale de Liechtenstein, domina il complesso della Liechtesteinische Landesbank fondata nell'anno di grazia 1861. E' la banca nazionale del piccolo principato. Di fronte, un parcheggio, un ristorante e un complesso di negozi, mentre a neppure un paio di isolati sorge un casinò. Difficile credere che, a questo indirizzo, possa celarsi la cassaforte segreta del tesoro estero degli Agnelli/Elkann. Cosa c'è, dunque, in questo piccolo paradiso fiscale di poche decine di chilometri quadrati di estensione nel cuore dell'Europa? Andiamo a scoprirlo.
A questo indirizzo ha sede la Tremaco Treuunternehmen Reg, un family office dove nel luglio scorso sono arrivati gli uomini della Guardia di Finanza di Torino, per una ispezione antiriciclaggio e scoprendovi un "mandato fiduciario intestato a John Elkann". Qui ci sono anche la Blue Dragons Ag e la Dancing Tree Ag, altre due società fiduciarie che, nell'ottobre del 2023, vengono citate nelle dichiarazioni dei redditi aggiuntive riguardanti gli anni di imposta 2019, 2020 e 2021 presentate da Elkann stesso. Dichiarazioni che, secondo gli investigatori, da cui emergono "disponibilità di beni collocati all’estero, ragionevolmente derivanti dall’eredità di Marella Caracciolo".
In un'altra banca a Vaduz, infatti, veniva accreditata la rendita vitalizia di Marella Caracciolo Agnelli, gli 8 milioni annui disposti dalla figlia Margherita e che ora "mancherebbero" al Fisco italiano. E da qui ci si collega alla P. Fiduciaria e alla Simon, con uffici a Torino, da dove sarebbero passate somme di denaro legate alla Dicembre, la società semplice che controlla l'impero ex Fiat, per le quote donate da Marella a John, Lapo e Ginevra Elkann. Anche questi ultimi due, nel 2023, hanno presentato dichiarazioni dei redditi integrative riferite agli stessi anni di John.
Il sospetto degli investigatori, dunque, è che quegli oltre 800 milioni di euro rintracciati all'estero fossero nella disponibilità di Marella e poi dei suoi nipoti, in quote corrispondenti alle rispettive parti della Dicembre.
Ma vediamo di scoprire meglio questo piccolo incantato e ricchissimo angolo di Europa. Il Liechtenstein misura 160 chilometri quadrati, si estende per 25 fra Austria e Svizzera e ha una popolazione di 39mila abitanti. E' un principato e il regnante al momento è Giovanni Adamo II, con un patrimonio personale di oltre quattro miliardi di dollari.
Si tratta di un paese minuscolo, le cui origini si perdono ai tempi del Sacro Romano Impero e poi, a cavallo delle guerre mondiali, nei legami con l'impero Austroungarico e successivamente con la Svizzera. Noto per il turismo fra castelli, musei e impianti sciistici, il Liechtenstein ha dimensioni tali da non avere neppure un campionato di calcio - le sette squadre locali sono iscritte al campionato svizzero -, però si fa notare per il 100% di alfabetizzazione e per il reddito medio pro capite attorno ai 5mila euro, con un Pil medio pro capite di oltre 157mila dollari annui. La tassazione sul reddito nazionale è di circa l'1,2% che diventa del 17,2% nel combinato con le imposte locali dei comuni. L'aliquota sugli utili delle aziende è del 12,5%. La sanità è di fatto a pagamento, per il 32% ma gratis per minori e pazienti con patologie croniche.
La valuta corrente è il franco svizzero e con il Paese elvetico il principato condivide la politica doganale. Proprio fra le due guerre, con il fallimento della banca nazionale, proprio a causa della caduta dell'impero austriaco, l'unione economica alla Svizzera, con adozione del segreto bancario, ha contribuito a farne un piccolo paradiso fiscale fatto di società anonime, fondi stranieri e banche private. La bassissima tassa sulle donazioni, inoltre, ha consentito per decenni al principato di vedere arrivare nelle casse dei propri istituti di credito e delle proprie finanziarie un gran numero di mandati donatori - solitamente intestati a residenti, quasi sempre avvocati o procuratori d'affari, che in realtà rappresentavano l'esportazione da Paesi come l'Italia di capitali nascosti al Fisco. Nel febbraio 2008, la LGT Bank, tanto per citarne una, è stata coinvolta in uno scandalo di frodi fiscali in Germania.
In uno Stato, quindi, che ha una estensione inferiore a quella della sola Torino e quasi la metà degli abitanti di una città come Moncalieri, la concentrazione di banche - intese come istituti, non certo filiali - è altissima. Si annoverano per esempio Bank Alpinum, Bank Frick, Bank von Ernst, Bank Vontobel, Banque Pasche, Centrum Bank, Hypo Group Alpe Adria, Hypo Investment Bank, Kaiser Ritter Partner Privatbank, LGT Bank, Liechtensteinische Landesbank, Neue Bank, Raiffeisen Bank, Verwaltungs- und Privat-Bank, Volksbank. E solo pochi anni fa rappresentavano il 20% del Pil.
Questa politica fiscale è cambiata drasticamente pochi anni fa, con l'abolizione del segreto bancario totale e un accordo fiscale con l'Unione Europea per garantire lo scambio automatico di informazioni finanziarie in caso di controversie fiscali. Nonostante questo, la strada per uscire dall'opacità è ancora lunga. E all'ombra del castello del principe, che domina Vaduz, continuano scambi di fondi e partecipazioni societarie.
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