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CASE GREEN

L'Europa ci obbliga a cambiare la caldaia: a Torino coinvolti 200mila appartamenti

Le vecchie caldaie a gas andranno “fuorilegge”, ma sarà solo il primo passo verso le emissioni zero

caldaia

Dovremo dire addio alla nostra vecchia caldaia

Brutte notizie in arrivo per centinaia di migliaia di torinesi: il Parlamento europeo ha approvato con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti la direttiva europea “Case green”, che ora dovrà ricevere l’approvazione formale del Consiglio e poi andrà in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore.

La norma prevede che l’Italia e tutti gli altri Stati membri dovranno adottare un piano per ridurre progressivamente il consumo di energia degli edifici residenziali: l’obiettivo è un taglio del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, fino ad arrivare al 2050 quando il parco residenziale dovrà essere a zero emissioni. Cosa significa? A livello pratico, il primo effetto con cui dovremo - letteralmente - fare i conti, sarà l’addio alle caldaie a gas. Produzione e vendita saranno vietate dal 2040 ma già dal prossimo anno spariranno gli incentivi e, peggio ancora, a partire dal 2027 bisognerà procedere con la graduale sostituzione delle caldaie che sono installate nelle nostre case. Si comincerà dalle caldaie tradizionali a camera aperta in classe energetica bassa (prima inferiore a G, poi negli anni successivi anche F ed E).

Una procedura che andrà a pesare sulle tasche di centinaia di migliaia di torinesi. Il dato preciso ovviamente non esiste ma è possibile fare una stima. Su 12 milioni di edifici residenziali in Italia, quelli che presto non saranno a norma sono 5 milioni. A Torino gli edifici residenziali, secondo i dati Istat più recenti, sono 36.158 per un numero totale di appartamenti superiore al mezzo milione. Calcolatrice alla mano, usando come base la stima percentuale a livello nazionale, significa che a Torino poco più di 15mila edifici non sono a norma, per un totale superiore ai 210mila appartamenti.

Per chi vive in uno di questi appartamenti, pare proprio che non ci sarà molta scelta. Dovrà ovviamente attendere la definizione della strategia nazionale ma sappia già che dovrà rassegnarsi, prima o poi, a sostituire la propria caldaia a gas con una a condensazione, con pompe di calore elettriche o con impianti ibridi (anche con l’uso di pannelli solari). Sperando ovviamente che arrivino degli incentivi in tal senso, anche perché per arrivare davvero, nel 2050, alle emissioni zero, le caldaie sarebbero solo il primo passo: bisognerebbe prevedere anche cappotti termici, infissi ad altissima efficienza, pannelli solari sui tetti e altro ancora. Secondo il Codacons, interventi di questa portata potrebbero arrivare a costare lo sproposito di una cifra tra i 35 e i 60mila euro per un’abitazione di 100 metri quadri. Abbastanza da rendere solo una beffa anche la consolazione dei risparmi sulle bollette.

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