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LA POLITICA

Pd, la grande resa dei conti. E si lavora al “codice etico”

Nominato il capogruppo, salgono le quotazioni di Salizzoni capolista

Il Partito democratico

Il Partito democratico

Le riunioni si susseguono a ritmo serrato fin dalle prime ore del mattino. I punti all’ordine del giorno sono due: chiudere le liste di Torino e nominare un nuovo capo gruppo in regione dopo il passo indietro di Raffaele Gallo. La seconda questione appare molto più semplice da sbrogliare rispetto alla prima. Poco dopo le dieci infatti arriva una nota a firma dem: il vice presidente Domenico Ravetti è il nuovo capo gruppo a Palazzo Lascaris. «Non mancherà, altresì, in questo ruolo, il mio contributo di idee per costruire l’alternativa al centrodestra in questa Regione» commenta Ravetti. E la partita è chiusa.


Ben più complessa la questione che riguarda il ridisegno liste. Con poco più di un mese di campagna elettorale davanti trovare un nome spendibile è una vera sfida. E per questo è tornato a farsi largo il profilo del mago dei trapianti, il chirurgo campione di preferenze del 2019 Mauro Salizzoni. Dopo aver annunciato il suo gran ritiro dalla scena politica piemontese, Salizzoni potrebbe ritornare a bordo nei panni dell’uomo “anti correnti” dopo lo scandalo Gallo. Lui, dal canto suo, sembra che stia accarezzando l’idea. Con Salizzoni a vestire i panni del capolista, mancherebbe solo più una casella per completare il quadro della squadra Pd su Torino. Si vocifera che il posto potrebbe andare all’ex deputato e esponente di Libera Davide Mattiello.



Non da ultimo, c’è la cosiddetta “questione morale” e il nuovo “codice etico” di cui il Partito potrebbe dotarsi in vista dalla prossima tornata elettorale. «Ce n’è bisogno» commenta netta la candidata presidente Pd Gianna Pentenero. «Deve essere una soluzione pensata e cucita sulle esigenze del territorio piemontese - spiega -. Ci sono esempi a cui possiamo guardare, come quello della Campania, ma in ultima analisi serve qualcosa di progettato apposta sulle necessità della nostra Regione». Sta ragionando sul tema anche il segretario regionale Domenico Rossi. «Occorre non delegare la lotta alle mafie e al malaffare solo a una questione di moduli e impegni da assumere - spiega Rossi -. Analogamente è necessario che sempre più persone per bene e capaci scelgano di abitare i partiti, vigilando e orientando le scelte. Su questo tema, in particolare, il Pd deve ripensare la propria struttura organizzativa ponendosi il problema di chiedere un impegno e una partecipazione attiva a tutti i propri tesserati che al momento possono iscriversi per poi presentarsi solo in occasione del congresso. Da qui dobbiamo e possiamo ripartire per cambiare il Pd».

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