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Il caso

Appello per la storica edicola: «Non diventi terra di nessuno»

Le famiglie di Barriera, preoccupate: «Serve un nuovo rivenditore»

Appello per la storica edicola: «Non diventi terra di nessuno»

Appello per la storica edicola: «Non diventi terra di nessuno»

Ha chiuso i battenti lo scorso 31 dicembre dopo una vita intera in Barriera di Milano, tanto che anche parlando con i cittadini più attempati si fatica a risalire alla data della sua apertura. C’è chi dice 40 anni, chi 50 di attività. Ma oggi il problema principale è un altro: «Abbiamo bisogno che qualcuno riapra il chiosco di corso Giulio Cesare, altrimenti diventa un monumento al degrado» così Michele e Giuseppe, due che il quartiere lo conoscono davvero bene.

Ecco perché da giorni in tanti chiedono all’amministrazione comunale di attivarsi per garantire un nuovo presidio. Considerando che le più vicine si trovano in corso Vercelli e in corso Palermo. Oppure bisogna arrivare fino all’angolo con via Lauro Rossi. «Ma in zona Monte Bianco c’è davvero poco» scuote la testa, sconsolato, Giuseppe.

Un’altra tegola per l’editoria, inoltre, che vede soprattutto i chioschi in difficoltà. Non a caso ad essere aperti qui sono soprattutto i negozi, per trovare un chiosco bisogna recarsi fino in piazza della Repubblica. Il chiosco - come raccontano qui in zona - ha cominciato a risentire della concorrenza del digitale. Non sempre una concorrenza di qualità, ma comunque un servizio in più che finisce per attirare soprattutto i nuovi lettori. Quelli più giovani, che hanno appena cominciato ad avvicinarsi al mondo dei giornali.

«Ci vorrebbero gli strilloni di una volta - racconta Giovanni, 70 anni -. Ogni mattina ho bisogno di comprare il giornale ma fare chilometri al giorno a piedi è snervante». Intanto vicino all’ex chiosco di corso Giulio Cesare comanda il degrado, c’è già chi ha abbandonato i primi rifiuti e chi lo ha scambiato per un vespasiano. «Così proprio non ci siamo» chiude Michele.

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