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Carceri italiane, il dato sul sovraffollamento è al 131,06%. Nordio: "Mandiamo ai domiciliari gli idonei"

Gli istituti penitenziari continuano a essere teatro di tensioni crescenti, con proteste sempre più frequenti e spesso violente, mentre il governo cerca soluzioni per arginare un'emergenza sempre più grave. Politici italiani divisi tra proposte e preoccupazioni.

Carceri italiane, il dato sul sovraffollamento è al 131,06%. Nordio: "Mandiamo ai domiciliari gli idonei"

CARLO NORDIO

Le carceri italiane continuano a essere teatro di tensioni crescenti, con proteste sempre più frequenti e spesso violente, mentre il governo cerca soluzioni per arginare un'emergenza che si fa sempre più grave. Le principali criticità includono il sovraffollamento, le condizioni fatiscenti delle strutture, la carenza di personale penitenziario e un numero allarmante di suicidi tra i detenuti, con 63 casi già registrati quest'anno e 1.348 tentativi di togliersi la vita.

CARCERE DI BARI

Negli ultimi mesi, il clima all'interno dei penitenziari è diventato sempre più pesante. Le proteste dei detenuti, talvolta sfociate in aggressioni contro gli agenti, sono ormai all'ordine del giorno. Tra luglio e agosto, tensioni si sono verificate in numerosi istituti, compresi quelli per minori, a Prato, Vibo Valentia, Velletri, Rieti, Terni, Biella, Caltagirone e, più recentemente, a Torino, Roma, Palermo e Bari. Proprio a Bari, venerdì, una situazione di estrema gravità ha visto un'infermiera presa in ostaggio e un agente picchiato durante un tentativo di liberarla. Secondo fonti qualificate, tuttavia, l'episodio non sarebbe direttamente legato al sovraffollamento, ma piuttosto al comportamento di quattro detenuti, due dei quali in stato di ebbrezza.

In questo contesto, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è chiamato a intervenire con urgenza. Tra le ipotesi al vaglio, vi è quella di affrontare il sovraffollamento, che al 31 luglio contava oltre 61.000 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 51.282 posti, con un indice di sovraffollamento del 131,06%. Ben 149 istituti, pari al 78% del totale, superano i limiti consentiti, con punte drammatiche come quella del carcere di San Vittore, che raggiunge un indice di sovraffollamento del 220,98%.

Una delle soluzioni in esame prevede il trasferimento di una parte dei detenuti in custodia cautelare o in esecuzione pena, ma che secondo il ministro "non dovrebbero essere lì". Nordio ha sottolineato come molti di questi detenuti, circa 16.000, potrebbero essere trasferiti agli arresti domiciliari se avessero un luogo dove andare. A tal fine, il governo sta valutando la possibilità di creare "domicili protetti" all'interno di comunità, una soluzione che riguarderebbe principalmente cittadini stranieri arrivati clandestinamente in Italia e finiti nel giro della microcriminalità.

Queste proposte, tuttavia, devono fare i conti con le divergenze all'interno della maggioranza di governo. Da un lato, Fratelli d'Italia si oppone a qualsiasi forma di provvedimento che possa essere visto come uno "svuota carceri". Dall'altro, Forza Italia, per voce del senatore Maurizio Gasparri, sostiene l'idea degli arresti domiciliari nelle comunità terapeutiche come valida alternativa per detenuti anziani, gravemente malati o tossicodipendenti, pur rimanendo contraria ad amnistia e indulto.

Dall'opposizione, invece, arrivano critiche dure. Il Partito Democratico accusa il governo di sottovalutare la gravità della situazione. Franco Mirabelli, esponente del PD, ha denunciato la proposta dei sottosegretari Delmastro e Ostellari di costruire nuove carceri come una risposta inadeguata a un'emergenza che richiede interventi immediati.

Nel frattempo, il garante dei detenuti, Samuele Ciambriello, evidenzia che circa 8.000 persone devono scontare meno di un anno di carcere, mentre 21.075 hanno una condanna residua inferiore a tre anni. Ciambriello ha ribadito l'importanza di promuovere e incrementare l'applicazione della detenzione domiciliare, suggerendo misure immediatamente deflattive come la proposta di liberazione anticipata speciale, che potrebbe essere applicata retroattivamente, o un provvedimento di clemenza. Il governo è ora chiamato a trovare un delicato equilibrio tra le diverse sensibilità politiche e la necessità di intervenire rapidamente per evitare che la situazione nelle carceri degeneri ulteriormente.

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