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Natura
01 Ottobre 2024 - 13:50
Ragazza che tiene in mano un erythronium
In Europa, i botanici riconoscono una sola specie di Erythronium, nota come "dente di cane" o "dens canis", per via del bulbo appuntito e biancheggiante che ricorda un dente canino. Questo giglio, chiamato anche "giglio delle valanghe" o "giglio dei ghiacci", cresce bene nelle ripe scoscese. Il fiore che produce ha la grazia di un piccolo giglio, con sei tepali di un colore rosa intenso e sei stami blu che lo rendono particolarmente elegante. Si ritiene che questa pianta sia una delle più antiche, apparsa già nell'era terziaria.
La coltivazione dell'Erythronium non è molto diffusa, ma vale la pena cercare le specie americane più numerose che si trovano in commercio. Tra queste, l'Erythronium "Oregon Pagoda" e il "Revolutum": originari del Nord America e si distinguono per le dimensioni maggiori e la presenza di più fiori su uno stesso stelo. Un'altra varietà, dal colore giallo rosato e dagli stami color arancio vivo, proviene dal Giappone. In Mongolia e Siberia, dove cresce abbondantemente, l'Erythronium viene utilizzato anche cotto nel latte di renna.
È importante ricordare che questi bulbi non devono essere estratti dal terreno quando sono in vegetazione, poiché sono delicati e difficili da maneggiare. In Italia, il nostro "dens canis" è considerato una specie protetta, poiché è pressoché estinta. In passato, infatti, questi gigli venivano utilizzati in cucina come cipollotti nelle insalate e nelle frittate. Per questo motivo, è consigliabile sostituire il dente di cane con il dente di leone, il giallo tarassaco che abbonda nei prati in primavera.
L'Erythronium rappresenta un vero e proprio tesoro botanico, capace di arricchire i nostri giardini con la sua eleganza e la sua storia millenaria. Piantare questi bulbi significa non solo abbellire il proprio spazio verde, ma anche contribuire alla conservazione di una specie che, purtroppo, rischia di scomparire.
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