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La crisi dell'ex Fiat

Stellantis, ora Tavares deve spiegare i suoi piani

Il ceo convocato alla Camera. Mirafiori chiude e il mercato crolla: a settembre 10mila auto in meno

Stellantis, 10mila auto perse. Ecco cosa spiegherà Tavares alla Camera

Mirafiori chiude di nuovo - o, per meglio dire, prolunga la chiusura - e Carlos Tavares spiega alla Camera i piani per Stellantis. Che, nel mese di settembre, ha perso qualcosa come 10mila auto: sul fronte delle immatricolazioni, infatti, il Gruppo ha registrato nel mese passato appena 29.375 auto, il 33,9% in meno dello stesso mese del 2023 con la quota di mercato che scende dal 32,6% al 24,1%. È questa la sintesi di una giornata, quella di ieri, che è arrivata subito dopo il lunedì nero di Stellantis, quello che ha visto il titolo in Borsa precipitare, fino a perdere 6,5 miliardi di euro, a seguito del profit warning con il taglio delle stime per il 2024.

L’11 ottobre, una settimana prima dello sciopero dei lavoratori dell’automotive e pochi giorni prima del Salone dell’Auto di Parigi dove sarà protagonista di una tavola rotonda (vertice) con il ceo di Renault e quello di Bmw (ipotesi fusione, come ripetono voci insistenti, o “patto a tre” per una colossale unione a livello europeo?), il ceo di Stellantis sarà quindi di fronte alla Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera. Per il Gruppo si tratta di una conferma che «il contributo e la volontà di dialogo e di confronto di Stellantis è costante». Ma di cosa parlerà Tavares? Secondo un portavoce del Gruppo, il ceo portoghese presenterà «il quadro più esaustivo sulla produzione automobilistica del gruppo in Italia, oggetto dell’audizione. La complessa congiuntura internazionale ed europea in cui si trova il settore dell’automotive richiede risposte rapide, frutto anche dell’interlocuzione fra tutte le realtà del settore coinvolte».

A cominciare dalla situazione degli stabilimenti italiani, dove spicca la realtà di Mirafiori. Che ieri mattina ha avuto la nuova mazzata: si prolunga lo stop produttivo alle Carrozzerie. Il Gruppo ha dato la comunicazione alle organizzazioni sindacali. Il motivo? «Persiste la mancanza di ordini legata all’andamento del mercato elettrico in Europa che è profondamente in difficoltà».

Al momento le Carrozzerie di Mirafiori erano già ferme, uno stop produttivo che sarebbe dovuto durare fino a venerdì 11 ottobre (proprio il giorno dell’audizione di Tavares). Invece, adesso lo stop è stato prolungato fino al 1° novembre. Una fermata che, seppur motivata dalla crisi di mercato - chiaramente visibile dal disastro in Borsa di tutti i maggiori costruttori -, rappresenta una mazzata per i lavoratori.

La situazione della Fiat 500e dunque rimane critica, «nonostante la 500e nei primi 8 mesi dell’anno rappresenti il 40% delle vendite nel segmento EV delle city car (Segmento A) in Europa». Mentre la sua erede Ibrida arriverà solo a cavallo fra 2025 e 2026.

Preoccupate le reazioni sindacali. «La situazione a Torino è sempre più preoccupante, aumenta la cassa e diminuisce il salario dei lavoratori, mettendo a rischio la tenuta sociale - spiega Luigi Paone, della Uilm -. Questo ulteriore stop alla produzione rende ancora più necessario e urgente un intervento del Governo per dare garanzie e stabilità agli impianti italiani. Come organizzazioni sindacali, dopo l’allarme lanciato il 12 aprile e il 12 giugno a Torino, torneremo a manifestare a livello nazionale il 18 ottobre per richiamare Stellantis e il Governo alla loro responsabilità sociale e riportare in Italia la produzione di modelli accessibili a tutti per rilanciare il settore».

Critiche, invece, per l’audizione alla Camera, che pure era stata richiesta - quattro mozioni bipartisan, da Azione a Fratelli d’Italia, erano state calendarizzate solo ieri mattina - da parte della Fiom: «Escludere i lavoratori italiani dall’ascolto del Parlamento è molto grave - dice Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil -. Fim-Fiom-Uilm da tempo chiedono un confronto con le Istituzioni, a partire da Palazzo Chigi, per affrontare una situazione che si fa sempre più drammatica. È incredibile che il Parlamento italiano non senta il dovere di ascoltare i lavoratori dell’automotive che il 18 ottobre sciopereranno in tutta Italia e manifesteranno a Roma per rilanciare tutto il settore, compresa la componentistica».

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