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Stellantis: la Fiat 500 Ibrida a Mirafiori "arriverà prima". E il sindaco di Torino incontra i cinesi di Jac

L'assist di Lo Russo a Tavares. E sul secondo produttore: "Se dobbiamo finanziarlo, rinunciamo a un ospedale"

Stellantis: la Fiat 500 Ibrida a Mirafiori "arriverà prima". E il sindaco di Torino incontra i cinesi di Jac

Dopo la notte di rivoluzione, Tavares si concentra sull'Italia e promette: la Fiat 500 Ibrida a Torino si farà e anche in anticipo nei tempi. Un impegno che ha spiegato ai sindacati che hanno accettato l'incontro con il ceo di Stellantis. E, nello stesso tempo, il sindaco di Torino ammette: "Siamo aperti agli investitori, anche cinesi" e incontrerà la delegazione cinese di Jac, il costruttore socio di Volkswagen che vorrebbe impiantare una fabbrica in Italia, "se e quando ci sarà l'occasione".

"Sono molto contento di questa notizia, perché questa produzione dà ossigeno a Mirafiori. E' un passo avanti ma non è sufficiente. Ci auguriamo che il governo fornisca fondi o incentivi perché Stellantis venga a investire a Torino" ha commentato il sindaco Stefano Lo Russo - con un palese assist a Stellantis, considerando cosa avrebbe detto da lì a poco Tavares - alla notizia, comunicatagli dalle agenzie di stampa, dell'annuncio di Mirafiori, quella che ci si aspettava da lui.

Poco prima, il sindaco aveva fornito comunicazioni su automotive e Stellantis alla III commissione consiliare in Comune. E, parlando degli strumenti necessari per risollevare la produzione, aveva detto: "Chiedere al governo investimenti vincolati a Stellantis? Discutiamone. A oggi non esiste competitività nel nostro Paese in questo settore in assenza di contributi pubblici a fondo perduto. Questo settore oggi, per come funziona, sta sul mercato se ha un contributo pubblico a fondo perduto. I famosi player cinesi sono sostenuti dallo Stato (sono di proprietà dello Stato, ndr). Dunque fuori dalle regole del mercato".

Il primo cittadino aveva iniziato da lontano la sua relazione in pieno ritorno alla sua precedente vita da prof, con una dissertazione sostenuta da una ricerca indipendente sui numeri della rivoluzione elettrica, dalle materie prime all'andamento del mercato, la corsa al taglio delle emissioni e alla mobilità totalmente elettrica: "Arrivare al 2030 con 6,4 milioni di veicoli elettrici immatricolati è impossibile". Per arrivarci servono 2,8 Terawatt l'anno, ossia il consumo elettrico di 4 milioni di famiglie, 50 volte quelli che abbiamo oggi per l'alimentazione dell'auto elettrica. Insomma l'attuale rete non è in grado di reggere il carico.

I costruttori, quindi, non riescono nell'impresa richiesta dall'Europa. Stellantis in primis. Ma a Torino la nuova Mirafiori "Green" basterà? I consiglieri che avevano richiesto le comunicazioni (al di là che stamattina non pareva che ci si fosse aggiornati alle rivoluzioni della notte di Stellantis) volevano sapere della produzione auto e del fantomatico secondo produttore. "Qualunque imprenditore venga a creare posti di lavoro e ricchezza è benvenuto, con i tappeti rossi - ha risposto il sindaco Lo Russo, negando interlocuzioni con qualunque soggetto -. Ma se viene con i suoi soldi e chiede a noi di accompagnarlo porte spalancate. Se invece chiede soldi italiani, voglio capire prima come spende i soldi dei contribuenti. Questo è il discrimine. Non solo per i cinesi ma per chiunque. Se devo spendere 200 milioni per un contratto di insediamento, io li spendo. Ma togliamo un ospedale ai torinesi. Questo dobbiamo dircelo. Se li spendiamo, li togliamo ad altro. Se non ce lo diciamo facciamo un esercizio di menzogna. Noi lavoriamo per rendere Torino attrattiva nel mondo. Se invece si gioca sui soldi degli italiani e dei torinesi, ne discutiamo".

E ovviamente i consiglieri presenti hanno mostrato di non gradire, ammettendo di essersi «aspettati di più» da queste comunicazioni «Sono cose che sapevamo» ha detto Paolo Damilano. «Scegliere fra investitori e ospedale nuovo è un ricatto politico. Non può lasciare il cerino in mano al governo» ha detto Domenico Garcea di Forza Italia, aggiungendo che «il sindaco è rimasto folgorato sulla via di Damasco», forse in riferimento al sostegno all’elettrico se incentivato dallo Stato. «Mirafiori ferma è una vergogna, è un fallimento gigantesco. Le auto elettriche non si vendono. Mandiamo un messaggio forte con lo sciopero del 18 dei sindacati», così Giovanni Crosetto di Fdi. Fratelli d’Italia con la Fiom, allora, è forse la vera notizia.

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