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La crisi dell'ex Fiat
17 Ottobre 2024 - 18:03
In Italia abbiamo perso un'automobile su tre, mentre la cassa integrazione è aumentata addirittura del 20%: solo in Piemonte, nel giro di appena sette mesi, gli ammortizzatori sociali sono cresciuti del 40,7%. Ma ora, in molte aziende, stanno per finire. "Il governo, invece che per gli incentivi, stanzi dei soldi per gli ammortizzatori sociali o scompariranno interi segmenti industriali".
È il grido di allarme che arriva dalle piccole imprese, con il presidente di Api, Fabrizio Cellino, e quello di Unionmeccanica Torino Antonio Casano. Quest'ultimo in particolare dice che "in Italia è stato prodotto il 36% di auto in meno rispetto allo scorso anno. La componentistica è in ginocchio con la Cig aumentata del 20%. Molte aziende, specie di piccole dimensioni, hanno già chiuso per esaurimento degli ammortizzatori sociali; mentre si assiste al trasferimento delle produzioni in Paesi extra Ue. In Piemonte nei primi sette mesi dell’anno gli ammortizzatori sociali sono cresciuti del 40,7% rispetto al 2023. Torino ѐ ancora la provincia più cassaintegrata d’Italia".
Per Cellino “Non si può accettare una transizione che avrà enormi costi sociali. Servono risorse pubbliche che il Governo e l’Europa devono mettere a disposizione vincolate a precisi impegni. Risorse che non devono essere limitate agli incentivi per l’acquisto di auto, che, tra l’altro, nel 2024 non hanno dato benefici alle produzioni nel paese”.
Nel 2025 si esauriranno gli ammortizzatori sociali e la priorità per le aziende diventa che il governo investa e stanzi fondi sì, ma non solo per incentivi: supporto degli investimenti delle aziende, moratorie, rifinanziamento della Cig soprattutto con il cambio del meccanismo per i prossimi due anni - nelle piccole imprese le settimane disponibili sono in pratica la metà di quelle di Stellantis, per dire -, finanziamento della formazione dei lavoratori, una formazione consona alle nuove produzioni legate alla transizione all'elettrico. E parliamo di imprese su un territorio che, per il legame con Fiat e poi Stellantis, raccoglie il 35% delle imprese italiane dell'automotive, ossia 70mila lavoratori circa.
I due presidenti aggiungono: “I dati confermano le difficoltà in atto nella nostra regione, facendo aumentare le preoccupazioni, in particolare, per l’esaurimento degli ammortizzatori sociali nel corso del 2025. Oltre a questo, la componentistica continua a mostrare gravi difficoltà, che mettono a rischio la sopravvivenza stessa di quasi metà delle imprese della filiera”.
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