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La crisi dell'automotive
20 Ottobre 2024 - 07:20
Sono 500, dal 2008 a oggi, le aziende della componentistica torinese che hanno cessato l’attività, con la perdita secca di 35mila posti di lavoro. È quanto si legge nella richiesta di ordine del giorno in Regione presentata dal Pd, a tema automotive. Un settore che sta subendo i contraccolpi della crisi - e degli errori nel piano industriale - di Stellantis. Ma non solo la produzione di auto, nel torinese, soffre. Anche l’agricoltura sta portando le imprese a conoscere cassa integrazione e altri ammortizzatori sociali.
L’ha fatto notare, in occasione dello sciopero generale dell’automotive, Domenico Calabrese della Fiom-Cgil: «Anche il movimento terra e il settore trattoristico segnano una battuta d’arresto e saranno fermi per 12-18 mesi - ha spiegato -. Il Gruppo Dana, in contratto di solidarietà. Ha aperto la cassa integrazione Westport (che si occupa di impianti di alimentazione, ndr) di Cherasco, perfino le acciaierie rallentano». In aggiunta alle già citate situazioni dell’indotto automotive che, in provincia di Cuneo, conta il gruppo Dana a Cervere e Sommariva Perno, la Valeo e la Raicam di Mondovì, la Bitron Rossana, per citare le maggiori.
La crisi di cui parla il sindacalista riflette il momento delicato di Cnh Industrial, che fa sempre parte di Exor ma non di Stellantis. Il gruppo, che si divide fra il settore mezzi agricoli e quello Industrial con le macchine movimento terra, ha registrato, a chiusura del secondo trimestre 2024, un utile netto di 438 milioni di dollari, in calo del 38% rispetto allo stesso periodo del 2023. In calo del 16% il fatturato consolidato, fissato a 5,49 miliardi di dollari e il fatturato netto delle attività industriali è stato di 4,80 miliardi di dollari (in calo di circa il 19%). Come Stellantis, anche Cnh ha rivisto la sua guidance, le stime previste per il 2024: per il segmento Agricoltura ora è previsto un calo delle vendite tra il 15% e il 20% (la precedente previsione era tra l’11 e il 15%). Cali dovuti principalmente al mercato nordamericano.
In Italia, dopo un ottimo bilancio nel 2021, il mercato dei trattori segna continui cali: secondo FederUnacoma, sulla base delle registrazioni fornite dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel 2023 abbiamo avuto un calo per i trattori del 12,9%, con 17.613 mezzi immatricolati, a fronte dei 20.211 dell’anno prima. In Piemonte le immatricolazioni sono state 1.809, contro le oltre 2.300 di dodici mesi prima.
Un tema che tornerà presto agli onori del dibattito politico locale, in quanto dalle fila dei dem si sommano le voci di chi chiede al presidente Alberto Cirio un consiglio regionale aperto per discutere del comparto automotive. «È importante che venga assunto un documento che ci interroghi di come, come Partito democratico, ci muoviamo per dare vita e sostenere chi sta facendo battaglie per difendere il lavoro» ha sottolineato l’onorevole Chiara Gribaudo presentando l’odg. Il documento è stato poi votato e approvato all’unanimità dall’assemblea. Sul finale si intravede la speranza di un nuovo produttore «che non si limiti ad assemblare componentistica importata ma che invece valorizzi e utilizzi competenze prodotte localmente».
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