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Il caso

Chiusura uffici postali a Torino: la Regione richiede un Tavolo di confronto

L'assessore Bussalino si impegna a chiedere chiarimenti a Poste Italiane. Critiche dal Pd

Chiusura uffici postali a Torino: la Regione richiede un Tavolo di confronto

Chiusura uffici postali a Torino: la Regione richiede un Tavolo di confronto

La Regione Piemonte prova a mobilitarsi per tentare di salvare cinque uffici postali di Torino, che chiuderanno definitivamente entro la fine del 2024. L'annuncio è stato dato dall'assessore regionale all'Autonomia, Enrico Bussalino, in risposta al consigliere regionale del M5S, Alberto Unia.

A rischio

Gli uffici postali a rischio chiusura sono: “Torino 55” in via Nizza 8, “Torino 13” in via Guicciardini 28, “Torino 78” in via Verres 1A, “Torino 53” in corso Casale 196 (avviata una raccolta firme) e “Torino 54” in via Alla Parrocchia 3A. La decisione di chiusura, prevista per il 16 dicembre, ha suscitato una forte opposizione da parte del territorio, con il sindaco Stefano Lo Russo e rappresentanti politici e sindacali che hanno organizzato un presidio in via Sacchi.

Le poste di via Guicciardini

Chiediamo un confronto

"Sebbene la Regione non abbia competenza diretta in materia - ha precisato Bussalino -, intendiamo contattare la Direzione Regionale di Poste Italiane per richiedere un Tavolo di confronto con i soggetti e gli Enti Locali interessati. L'obiettivo è approfondire le motivazioni alla base di questa decisione e ascoltare le istanze delle comunità coinvolte, in particolare poiché la chiusura colpirà le fasce più vulnerabili della popolazione, come anziani e persone senza accesso a strumenti digitali".

"Siamo in ritardo"

Un Tavolo che arriva "molto in ritardo" secondo  la consigliera regionale del Partito democratico Nadia Conticelli che è intervenuta così a margine della discussione dell’interrogazione urgente. "Questo tavolo avrebbe dovuto essere sollecitato qualche mese fa - ha precisato Conticelli -, quando è stato presentato il Piano strategico 2024-2027. Ora rischia di essere solo una testimonianza e peraltro a seguito delle proteste dei sindacati e dei gruppi politici di minoranza”.

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