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Società & Economia
03 Novembre 2024 - 08:30
Torino, città che ancora sta passando da simbolo dell’industrializzazione - "orfana" ormai di quello che era l'automotive, squassato dalla crisi di Stellantis - a quello dell’innovazione italiana, fra i primati di università e Politecnico e la corsa all'Intelligenza Artificiale, potrebbe aver perso il suo capitale umano. A cominciare dai giovani per i quali, nonostante i tanti studenti fuorisede, da perdendo in termini di attrattività. Una situazione denunciata dall’Accademia delle Scienze di Torino, che il 5 novembre presenterà un’importante ricerca dell’Osservatorio 21 intitolata “Capitale Umano per lo sviluppo dell'area metropolitana torinese”. Questa indagine, condotta dal sociologo Luca Davico e dal docente Giorgio Donna, analizza il fenomeno della progressiva diminuzione dei giovani nel capoluogo piemontese, evidenziando cause, conseguenze e prospettive per il futuro.
Il calo demografico e l'emorragia dei neolaureati
L'aspetto più allarmante emerso dall'analisi è la costante diminuzione dei giovani nella fascia d’età 25-44 anni, diminuiti del 18% negli ultimi dieci anni. Questo dato è influenzato non solo dalla bassa natalità, ma anche dalla crescente tendenza dei giovani adulti a lasciare Torino, scegliendo altre città italiane o estere. Una scelta che i ricercatori hanno definito “emorragia di neolaureati”: sebbene il Politecnico di Torino e l’Università degli Studi attraggano molti studenti da altre regioni, circa il 40% dei laureati sceglie di trasferirsi altrove, con Lombardia ed Emilia-Romagna come mete preferite.
Torino ha così perso posizioni nella classifica delle città metropolitane italiane per percentuale di laureati residenti: dal 6° posto di vent’anni fa è passata all’attuale 12° posto, superata da quasi tutte le maggiori città italiane. Un dato che pone Torino di fronte a una sfida economica e sociale: quella di creare le condizioni per trattenere i giovani talenti e rendere il territorio un luogo attrattivo per le nuove generazioni.
Un capitale umano da valorizzare: la visione di Marco Mezzalama
Marco Mezzalama, presidente dell'Accademia delle Scienze di Torino, sottolinea come l’urgenza sia quella di orientare l’economia e la società torinese verso un modello che valorizzi il capitale umano. "Il capitale umano rappresenta oggi il vero motore di crescita di qualsiasi settore economico", afferma Mezzalama. "La sfida di Torino è quella di costruire un ecosistema di competenze all'avanguardia, capace di soddisfare le esigenze di una società sempre più digitalizzata e innovativa".
Per raggiungere questo obiettivo, è essenziale un investimento che vada oltre la formazione: Torino deve promuovere iniziative capaci di attrarre nuove risorse e di mantenere sul territorio chi vi ha già studiato e lavorato. Parallelamente, emerge la necessità di riqualificare chi rischia di essere escluso dal mondo del lavoro, coinvolgendo tutte le fasce della popolazione in un percorso di aggiornamento e inclusione. L'approccio auspicato è quindi a 360 gradi: occorre formare, attrarre e includere.
La Tavola Rotonda “Cosa fare a Torino”: un confronto sulle strategie per il futuro
In questo contesto, il 5 novembre si terrà la Tavola Rotonda "Cosa fare a Torino", che vedrà partecipare figure di spicco della politica e dell’industria piemontese, tra cui Marco Gay, presidente dell’Unione Industriali di Torino, e Michela Favaro, vice sindaca di Torino. L’obiettivo è condividere e discutere le strategie comuni per rilanciare la città e contrastare la fuga dei giovani. Si dibatterà sulle azioni che possono rendere Torino nuovamente appetibile per i giovani talenti: dalla creazione di opportunità lavorative a una politica abitativa accessibile, passando per una maggiore integrazione tra università, industria e istituzioni.
Torino alla ricerca di un nuovo modello di sviluppo
In conclusione, pare che la sfida per Torino sia di reinventarsi per rispondere alle esigenze di una generazione che cerca opportunità in linea con le nuove dinamiche economiche e sociali. L'invito a ripensare il futuro della città passa attraverso una valorizzazione del capitale umano che sia in grado di creare sinergie tra innovazione, inclusione e qualità della vita.
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