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Economia & Lavoro
23 Ottobre 2024 - 21:50
Intesa Sanpaolo ne manda a casa 9mila, fra pensionamenti e uscite volontarie. Al loro posto, 3.500 giovani assunti, nell'arco dei prossimi anni, per rinnovare completamente l'impostazione della banca. Un ricambio generazionale nell'ambito della trasformazione tecnologica dell'istituto di credito. E i sindacati hanno firmato l'accordo.
Non sarà certo indolore il ricambio generazionale, anche se da Intesa Sanpaolo parlano di uscite "senza impatti sociali". Sono 9mila, di cui 7mila in Italia e 2mila nelle controllate internazionali, che saranno effettuate da qui al 2021. Nell'accordo firmato dai sindacati, 4mila saranno le uscite volontarie (incentivate) con l'accesso al pensionamento o al Fondo di Solidarietà. Entro il 2027 si aggiungono, mediante il turnover naturale, 3mila uscite per l'Italia e 2mila uscite nette per le controllate internazionali.
Dal Gruppo guidato da Carlo Messina comunicano che entro giugno 2028 saranno effettuate 3.500 assunzioni a tempo indeterminato di giovani, di cui 1.500 comeglobal advisor per le attività commerciali della rete per garantire maggiore vicinanza alla clientela in particolare nel Wealth Management & Protection. "Entreranno giovani che porteranno idee, competenze e nuove energie, persone native digitali che potranno interpretare le esigenze di famiglie e imprese trovando per loro le migliori soluzioni", afferma Nicola Fioravanti, chief governance, operating and Transformation Officer Intesa Sanpaolo.
Ma la questione del ricambio generazionale è anche economica: il Gruppo prevede, per le spese del personale a regime, quindi dal 2028, risparmi nell'ordine dei 500 milioni di euro annui e oneri da contabilizzare nel quarto trimestre 2024 nell'ordine, al netto delle imposte, dei 350 milioni di euro, che non hanno riflessi sulla prospettiva di utile netto del Gruppo per il 2024 a oltre 8,5 miliardi di euro già resa nota al mercato.
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