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Dall'Hilton agli arabi (e John Elkann), ecco la finanza che si muove attorno alle Atp e Torino

Un 5 Stelle con il marchio americano in pieno centro e le manovre dei fondi di investimento in città

Dall'Hilton agli arabi (e John Elkann), ecco la finanza che si muove attorno alle Atp e Torino

Sessanta milioni di turisti, la presenza nella Top Ten delle città italiane per arrivi turistici. E ovviamente la carta Atp. Tutti elementi che hanno pesato, e non poco, nella decisione della catena di hotel Hilton - oltre 11 miliardi di dollari di fatturato annuo - di raddoppiare la sua presenza a Torino. Il celebre marchio, infatti, dopo quello del Lingotto, adornerà un altro hotel, in pieno centro. Si tratta dello sfortunato Golden Palace di via Arcivescovado, pronto a riaprire come Hilton. E sarà un cinque stelle.

Si tratterà di un franchising, in base a un accordo con la catena del fondo Geras 2 della Ream Sgr, società di investimenti controllata dalla Fondazione Crt. La gestione dell’hotel - profondamente ristrutturato, ma senza toccare la struttura razionalista di Emilio Decker - rimarrà al gruppo Della Frera.

Una novità che segue di poco l’annuncio per l’avvio dei lavori a Porta Susa, per un altro hotel a metà fra categoria business e lusso. Come a dire che Torino prova a rinnovarsi, anche nell’accoglienza di un turismo altospendente. Ma a muoversi sono soprattutto i fondi di investimento, come nel caso del Golden Palace, realtà che non da poco tempo hanno messo gli occhi su Torino e dintorni, come dimostra anche la doppia acquisizione di Sestriere e Bardonecchia da parte del gruppo Icon.

Tra i fondi che si muovono - neppure tanto sottotraccia - balza all’occhio il Pif, ossia il fondo di investimento sovrano dell’Arabia Saudita del principe Bin Salman, che ha cercato di portare laggiù proprio le Finals. Sponsor della classifica Atp, Pif ha tenuto un suo stand in questi giorni a Torino, assieme agli altri partner come Lavazza o Intesa Sanpaolo. Tramontata (forse) l’ipotesi di scippo, gli arabi - che oltre a essere proprietari del Newcastle in Inghilterra, hanno anche investito un miliardo di euro per il 10% di Dazn - avrebbero in questa settimana lavorato ad altre iniziative, partnership per andare al di là della semplice sponsorizzazione della classifica.

Perché - e ormai l’abbiamo capito in tanti - le Finals vanno oltre il loro valore sportivo, soprattutto nel momento in cui esistono personaggi catalizzatori di entusiasmo come Sinner e, prima di lui, Djokovic. E gli interessi economici vanno persino al di là di un turismo altospendente.

Tra i rumors delle ultime ore, poi, spunta anche quello che vuole un rinnovato interesse di Stellantis, che ha già avuto il brand Peugeot come Gold Partner delle Finals e ora potrebbe tentare di spodestare la rivale Lexus. Rumors che la presenza, sabato sera e poi di nuovo ieri sera, di John Elkann - che ama il tennis, ma di solito lui e la moglie li si vedeva in Francia, a questi appuntamenti - all’Inalpi Arena ha fortemente rilanciato. "Torino ha dimostrato di saper organizzare i grandi eventi sportivi" ha detto, ieri sera, il presidente di Stellantis.

Tra incontri riservati e investimenti, dunque, qualcosa si muove in una dimensione finanziaria che, finora, Torino ha soltanto sfiorato.

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