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SANITA' E NOVITA'
23 Novembre 2024 - 15:01
Uno studio che potrebbe segnare una svolta nelle terapie per i pazienti con tumori cerebrali
Un'importante scoperta nell'ambito della ricerca oncologica è stata recentemente effettuata dai ricercatori della Città della Salute di Torino, che hanno identificato un nuovo meccanismo alla base dello sviluppo delle metastasi cerebrali e della resistenza alla risposta immunitaria contro di esse. I risultati dello studio, che potrebbero aprire nuove strade per il trattamento delle metastasi cerebrali, sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Cancer Discovery.
Il progetto di ricerca, realizzato grazie alla collaborazione tra la Città della Salute e l'Università di Torino, ha preso parte al programma europeo RiseBrain e ha coinvolto un team di esperti, tra cui il professor Luca Bertero dell'Anatomia Patologica, diretto dalla professoressa Paola Cassoni, e la dottoressa Alessia Pellerino della Neuro-oncologia dell'ospedale Molinette, sotto la guida della professoressa Roberta Rudà. Questo studio si è concentrato sullo studio delle metastasi cerebrali, un fenomeno particolarmente complesso e frequentemente osservato in tumori polmonari e mammari, che colpisce una percentuale significativa di pazienti.
Le metastasi cerebrali, che si sviluppano quando le cellule tumorali si diffondono al cervello, sono una delle principali sfide nel trattamento dei tumori. Nonostante i progressi nella chirurgia, nella radioterapia e nelle terapie farmacologiche, queste metastasi sono spesso associate a un decorso aggressivo e a una prognosi sfavorevole. L'immunoterapia, che ha rappresentato una vera e propria rivoluzione per il trattamento di diverse forme di cancro, ha avuto risultati variabili nei pazienti con metastasi cerebrali, a causa delle peculiarità e delle difficoltà legate al sistema nervoso.
La scoperta recentemente fatta dai ricercatori torinesi si concentra su un meccanismo fondamentale che impedisce alla risposta immunitaria di colpire efficacemente le metastasi cerebrali. Gli scienziati hanno identificato come gli astrociti, un tipo di cellula cerebrale, possano inibire l'azione dei linfociti citotossici (le cellule immunitarie che dovrebbero combattere la metastasi), contribuendo allo sviluppo delle metastasi stesse. In particolare, il meccanismo identificato coinvolge la proteina TIMP1, che, legandosi ai linfociti, impedisce loro di attivare una risposta immunitaria efficace contro le metastasi.
Le implicazioni di questa scoperta sono molteplici. In primo luogo, la proteina Timp1 potrebbe essere utilizzata per valutare la prognosi dei pazienti con metastasi cerebrali, migliorando la personalizzazione delle terapie. Un altro aspetto innovativo della ricerca è l'utilizzo del prelievo liquorale, un esame relativamente poco invasivo che consente di misurare la quantità di Timp1 nel liquido cerebrale e nel midollo spinale. Questo approccio potrebbe diventare un potente strumento di diagnosi, in grado di prevedere la risposta ai trattamenti, e rappresenta una nuova frontiera per la biopsia liquida.
Sul fronte terapeutico, la scoperta apre la strada allo sviluppo di nuove strategie di immunoterapia, mirate a bloccare l'azione di TIMP1 e quindi a favorire una risposta immunitaria più forte e mirata contro le metastasi cerebrali. Questo potrebbe trasformarsi in una nuova arma nelle mani dei medici per rallentare o fermare la progressione della malattia.
Giovanni La Valle, Direttore generale della Città della Salute di Torino, ha commentato con entusiasmo i risultati ottenuti dal team di ricerca: "Un grande complimento ai nostri ricercatori della Città della Salute, dove alle eccellenze sanitarie si aggiungono anche quelle della ricerca. Una scoperta importantissima che potrà dare una svolta nelle terapie delle metastasi cerebrali."
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