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La crisi dell'ex Fiat
25 Novembre 2024 - 15:20
Come quelle mascherine prodotte in tempo di Covid - risultate inadatte, fallate -, e poi non distribuite, sono state mandate al macero, così quegli operai che le hanno realizzate stanno per essere messi alla porta. Duecentocinquanta uomini e donne, troppo anziani o con "capacità lavorative ridotte" che non possono essere impiegati in altri reparti di Mirafiori. E potrebbero essere solo i primi, temono i sindacati.
Il reparto dove lavorano è chiamato Preassembly & Logistic e si trova in via Biscaretti, ma per tutti loro sono "quelli delle mascherine". Erano 500 quando, nel 2020, furono assegnati alla produzione di mascherine chirurgiche, nel momento in cui Fca - Stellantis sarebbe nata l'anno dopo - mise "a disposizione" del governo alle prese con la pandemia Covid i propri lavoratori e i propri stabilimenti. Non gli impianti: quelli furono forniti dallo Stato. Che pagò anche, per questa commessa da 25mila mascherine al giorno, 290 milioni di euro fra il prodotto vero e proprio, il trasporto, l'assicurazione e i macchinari stessi. Un accordo che John Elkann concluse con la struttura commissariale retta da Domenico Arcuri.
Poco tempo dopo, i lotti furono ritirati su disposizione del ministero della Salute, mentre nel frattempo, con la fine dell'emergenza, i lavoratori furono destinati ad altri compiti, ma non in produzione. La metà di loro è andata in pensione, altri hanno passato gli ultimi anni fra cassa integrazione e contratti di solidarietà. Ma ora quegli ammortizzatori sociali sono finiti. E Stellantis ha comunicato che ufficialmente quei 250 lavoratori sono "in esubero". Dunque, a dispetto di quanto garantito da pochi giorni fa, ossia "non licenzieremo nessuno e non chiuderemo nessuno stabilimento", i primi licenziamenti veri e propri a Mirafiori - negli ultimi mesi ci sono stati solo "esodi incentivati" a suon di piani da decine, anche centinaia, di migliaia di euro - stanno per arrivare: la data è febbraio 2025.
Nell'incontro di questa mattina con i sindacati, però, Stellantis ha parlato della volontà di ricorrere ad altri ammortizzatori sociali, che al momento però non sono previsti dalla normativa (se non ci sarà un decreto governativo). "La notizia dei 250 esuberi del reparto ex mascherine non fa che confermare la grave situazione che denunciamo da tempo. In mancanza di ammortizzatori sociali dedicati, questi lavoratori saranno i primi ad essere licenziati da quando a Torino esiste la Fiat" dichiara Luigi Paone, segretario generale Uilm Torino.
"È un fatto gravissimo - sottolinea Paone - ma emblematico di una situazione sulla quale, come ribadito dai sindacati metalmeccanici, devono intervenire non solo le istituzioni locali, ma anche il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: convochi un tavolo con l'amministratore delegato di Stellantis, apra un confronto serio per garantire il futuro dell'auto in Italia".
Ma la situazione appare più seria ancora: in pratica a Mirafiori sono convinti di uno stop per tutto il 2025. "Ad oggi - dice una nota diffusa da Uilm, Fiom, Fim, Uglm, Aqcfrm e Fismic - non ci sono strumenti che ci consentano di prevedere che questi lavoratori saranno coperti, a partire da inizio febbraio 2025 e per tutto l’anno, vista la mancanza di attività lavorativa prevista dall’azienda, che si protrarrà almeno fino alla fine dell’anno, quando è previsto l’avvio produttivo della 500 Ibrida".
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