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La crisi dell'automotive
15 Novembre 2024 - 06:30
Torino celebra (ancora) la Fiat, con una mostra al Mauto (presente John Elkann, naturalmente) sui suoi 125 anni. Ma la vera Fiat ora sembra in Africa. In Algeria, per essere precisi, dove la Fiat 500 ha conosciuto un boom di ordini tale da costringere Stellantis Algerie a dire «basta, non accettiamo nuovi clienti». Mentre, a pochi chilometri dal Mauto, la vecchia Fiat (ancora in fase di transizione verso la sua nuova identità green e tecnologica) soffre e attende di capire come sopravvivere al 2025. E mentre, silenziosamente, Stellantis prepara i suoi reali piani per lo storico stabilimento.
«Stellantis ha un piano per l’Italia e lotteremo per difendere la nostra leadership» ha detto, ieri al Tavolo per l’Automotive, Daniela Poggio, vicepresidente Communication & Public Affairs di Stellantis Italia. E ha anche ricordato i target di Stellantis, così come per gli altri produttori, che mettono in primo piano la riduzione delle emissioni di CO2. «Il piano strategico Dare Forward 2030 prevede la decarbonizzazione entro il 2038 sia dei veicoli sia dei processi produttivi e di raggiungere entro il 2030 la vendita del 100% di veicoli elettrici in Europa e il 50% in Usa - ha detto -. Un investimento di 50 miliardi di euro e quattro piattaforme native elettriche, ma capaci di accogliere le trazioni endotermiche». E per Mirafiori è previsto l’investimento da 100 milioni di euro per rifare - con una batteria più avanzata e più economica - la Fiat 500e, mentre a settembre 2025 arriverà la Fiat 500 Ibrida (non la stessa attualmente in produzione in Algeria). E ai fornitori sono già arrivate indicazioni per prepararsi, da settembre 2025, a produrre materiali per circa 180mila vetture all’anno. Una cifra che, per i lavoratori, significherebbe tornare addirittura al terzo turno (oggi si lavora su uno solo). Ma una cifra che, considerando che, al Salone dell’Auto a Parigi, il ceo Carlos Tavares ci disse che la produzione della 500 Ibrida sarebbe stata attorno alle 80-100mila unità, dovrebbe comprendere anche l’attuale 500 BEV. «Se in Germania ripartono gli incentivi, riparte anche la 500» ci dicono da Mirafiori. E, in ogni caso, per rientrare nei target richiesti di abbattimento della emissioni di CO2, Stellantis ha bisogno di produrre più elettriche, anche la 500.
Dunque, questo sarebbe il piano, in attesa di capire se sarà compresa anche Maserati con la nuova Quattroporte (o quello che sarà il nome) in versione Ibrida. La linea - intesa come catena di montaggio - delle Maserati è stata intanto smantellata (ora la lavorazione procede per "isole", nell'ordine di una decina di vetture al giorno) e potrebbe esserci spazio proprio per accogliere la nuova vettura del Tridente oppure la Leapmotor che non sarà prodotta in Polonia, anche fosse solo per semplice assemblaggio. Ma, appunto, bisogna attraversare il deserto del 2025: la prossima settimana le rappresentanze sindacali incontreranno l’azienda per capire se a dicembre ci sarà uno stop totale, o se si lavorerà, in qualche modo, fino al 18 dicembre quando scatteranno le vacanze natalizie fino al 6 gennaio.
Intanto, però, non va ignorato quanto accade in Algeria, il fatto degli ordini raddoppiati, in dieci giorni a novembre, rispetto al mese di ottobre. Lo stabilimento di Orano, inaugurato nel 2023 - con la presenza anche di Valentino Valentini, viceministro di Urso al Mimit - ha una produzione stimata di 60mila vetture, ma l’obiettivo è arrivare a regime, nei prossimi due anni, con 90mila veicoli. Come detto, il boom è quello della vecchia Fiat 500 Hybrid che era prodotta in Polonia, ma c'è in produzione anche il vecchio Fiat Doblò, con l'ipotesi che altri modelli, ormai a fine vita come la Tipo, possano essere destinati qui. Vicino a Orano, in pratica, come già a Kenitra in Marocco, Stellantis sta ricreando Mirafiori - anzi, il paragone migliore è con l’ex Maserati di Grugliasco - ossia un polo produttivo che comprenda anche i fornitori e un vero e proprio indotto. Non a caso da alcuni fornitori italiani, in particolare della zona di Cassino, trapenano informazioni riguardo "inviti" da parte di Stellantis a delocalizzare la propria produzione in Algeria o in Marocco. E il timore dei sindacati è che anche parte dei lavoratori possa essere suggestionata dall'idea di un trasferimento temporaneo. Almeno fino a settembre 2025, l’ennesima data di speranza per Mirafiori e Torino. Che non si accontenta certo di essere solo l’oggetto di una mostra.
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