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La crisi dell'ex Fiat
14 Novembre 2024 - 11:20
Venticinquemila licenziamenti da evitare. Questa la parola d'ordine dei sindacati, in attesa di sedersi, oggi a mezzogiorno, al Tavolo per l'Automotive convocato a Palazzo Piacentini, sede del ministero dell'Industria e del Made in Italy.
"Auspichiamo l’introduzione di nuovi strumenti di ammortizzatori sociali per l’anno 2025, così da evitare licenziamenti che potrebbero colpire oltre 25.000 lavoratori negli stabilimenti Stellantis e nell’indotto" spiega Fernando Uliano, della Cisl, anticipando i punti sul tavolo, a cominciare dai fondi per l'automotive - di recente spostati alla Difesa - che dovrebbero tutelare le aziende della filiera, fino al caro-energia.
E parte da Torino il nuovo sciopero generale, proclamato dai sindacati. Che in primo piano mette l'automotive e, in particolare, l-emergenza stessa della ex Fiat: «A Mirafiori sono a rischio 15mila lavoratori, 45mila con l’indotto». Sono le parole di Gianni Cortese, segretario generale della Uil Piemonte. Pierpaolo Bombardieri, a margine del convegno nazionale con il segretario generale Bombardieri. Un appuntamento per rilanciare lo sciopero del prossimo 29 novembre, diretto più sui temi della legge di bilancio e dei contratti di lavoro, ma la questione automotive - e Stellantis - resta al primo posto.
Lo dice anche la Cisl, che quasi in contemporanea teneva, sempre a Torino, il suo di consiglio generale. Luca Caretti, segretario piemontese, dice: «Chiediamo al governo la proroga degli ammortizzatori sociali in scadenza tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 e chiediamo al presidente della Regione Alberto Cirio di accelerare sul tavolo regionale dell’automotive».
L’aspetto più serio, però, è che di fatto i sindacati sfiduciano in toto il ministro del Made in Italy Adolfo Urso, con cui nelle stesse ore sedevano i delegati nazionali, a Roma, al Tavolo per l’Automotive. Un tavolo che «finora si è dimostrato non solo non produttivo, ma addirittura controproducente. L’aggiornamento al 16 dicembre presso il Mimit, proposto dal ministro Urso, rischia di rappresentare una ennesima pericolosa dilazione, né si può pensare di coinvolgere Palazzo Chigi solo in caso di esito positivo di una discussione che invece sembra in procinto di naufragare» spiega Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore automotive». I sindacati, non solo la Uil, vogliono il premier Giorgia Meloni al tavolo, con di fronte i vertici di Stellantis. Una mossa che, al di là di tutto, davvero priverebbe di credibilità il titolare del Mimit.
Ma la situazione, ribadisce Luigi Cortese, è che «oggi a Mirafiori si producono 20mila auto a fronte delle quasi 100mila che si facevano due anni fa e 70mila l'anno scorso. Stanno finendo gli ammortizzatori sociali, dobbiamo mettere in campo strumenti nazionali di accompagnamento o, come avvenne durante il Covid, stanziare risorse per accompagnare una fase così delicata». Le cifre di posti a rischio sono impressionanti: per questo chiediamo se questi posti a rischio siano frutto di comunicazioni, anche informali, da parte del Gruppo, oppure frutto di stime. «Noi ci basiamo su indici, che tengono conto del ricorso alla cassa integrazione, della produzione» spiega Cortese.
Se non ci sarà una convocazione a Palazzo Chigi, i sindacati faranno da soli, spiegano Bombardieri e Cortese, ma confermano anche Samuele Lodi e Maurizio Oreggia della Fiom, che erano al Mimit: «Abbiamo bisogno nell'immediato della convocazione del tavolo a Palazzo Chigi in quanto è necessario coinvolgere anche gli altri ministeri, altrimenti ci autoconvocheremo. Stiamo rischiando un “contro effetto domino” nel senso che stanno tutti fermi ad aspettare gli impegni degli altri; ma si avranno effetti negativi, in particolare sulle lavoratrici e sui lavoratori di Stellantis e delle aziende della componentistica, se non si interviene nel breve periodo. Il governo deve agire subito anche prima del confronto in Europa, e Stellantis deve dare risposte senza porre condizioni».
Per il ministro Adolfo Urso, l’incontro a Palazzo Chigi sarebbe possibile solo se con «condizioni per accordo di alto profilo». E il riferimento è certo a Stellantis, da cui si aspetta patti certi: «Stellantis deve assumersi la responsabilità del rilancio dell’industria dell’auto in Italia» ha detto.
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