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La crisi dell'ex Fiat

Chi comanda (ora) in Stellantis?

Le accuse di Montezemolo a John Elkann: "Non hai mai fermato Tavares perché vi faceva guadagnare"

Chi comanda (ora) in Stellantis?

Chi comanda adesso in Stellantis? Il gruppo franco-italiano è senza amministratore delegato, dopo le dimissioni (la cacciata) di Carlos Tavares. Le sue funzioni sono o saranno espletate dal comitato esecutivo presieduto da John Elkann. Ed è chiaro che quelle finanziarie saranno decise dal suo special advisor Richard Palmer, a suo tempo allontanato da Tavares. Ma la domanda è: chi comanda?

Luca Cordero di Montezemolo, alla guida della Fiat orfana degli Agnelli, con un ventenne John Elkann come vice, ora lancia strali pesanti: «Perché Elkann non ha mai assunto davvero il ruolo di leader, lasciando invece mano libera a Tavares?». E di seguito: perché non si è opposto quando Tavares ha assegnato la nuova 600 alla Polonia mentre Mirafiori era in cassa? O quando sempre Tavares invitava i fornitori italiani a spostarsi in Marocco? La risposta di Montezemolo è semplice: con Tavares gli azionisti (Exor in testa) hanno guadagnato 23 miliardi di euro in quattro anni.

«L’auto italiana non esiste più» accusa Montezemolo, chiedendosi come mai i «soldi per i lavoratori sono finiti in dividendi», alludendo al prestito sotto il governo Conte a Fca che poi divenne Stellantis. «Garanzia in cambio di impegni disattesi». Perché Tavares se ne liberò restituendo il prestito.

Ora dicono che sia stato John Elkann - come ai tempi con Montezemolo in Ferrari, per certi versi anche con Marchionne - a rompere con il suo ceo. Non una rottura improvvisa, dai rovinosi effetti immediati in Borsa, ma la conclusione di qualcosa iniziato da tempo. È un caso che il principale azionista, ossia Exor, abbia spostato la call con gli azionisti e gli investitori, prevista a fine novembre, alla primavera del 2025, ossia quando dicono sarà nominato il nuovo ceo di Stellantis?

Forse, come dimostra un certo cambiamento nel suo modo di fare, John Elkann ha iniziato a fare quello che faceva suo nonno, annota in una intervista la giornalista Bianca Carretto. Ossia il padrone. Ma se l’Avvocato aveva un Romiti (con Mediobanca) a gestire mentre lui faceva il Principe Padrone, Elkann ha il peso dei francesi dietro di sé, compreso lo Stato. Chi lo conosce bene giura che l’ingegnere sta preparandosi a svelare un volto inedito. Anche per Torino, per la quale non è sufficiente avervi casa e famiglia (con una figlia che gioca nella Juventus), o un centro decisionale o di progettazione: Torino, piaccia o non piaccia, è ancora la sua Fiat. Ossia Mirafiori.

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