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Violenza sulle donne

Era scappata in Perù per le continue violenze sessuali: condannato l'ex marito a 5 anni di carcere

Secondo le testimonianze della donna, l'uomo controllava ogni suo movimento

Era scappata in Perù per le continue violenze sessuali: condannato l'ex marito a 5 anni di carcere

Continue violenze, lesioni e maltrattamenti verso l'ex moglie alla base della sentenza che ha visto la condanna di un uomo a cinque anni e cinque mesi di carcere.

I due, entrambi di origini peruviane e sulla cinquantina, si erano conosciuti nel 2022, in un momento di difficoltà per l'uomo, che stava per essere sfrattato e lottava con problemi economici e di alcolismo. La donna, madre di due figli, aveva aperto le porte della sua casa a Torino, sperando di costruire una relazione basata sull'affetto e il supporto reciproco. Tuttavia, il sogno di una vita serena si è rapidamente trasformato in un incubo.

"Voleva controllare ogni mio movimento", ha raccontato la donna tra le lacrime durante l'udienza. L'uomo, sempre più possessivo, la chiamava incessantemente, anche durante il lavoro, e le impediva di vedere le amiche. La costringeva a cambiare la sua foto su Facebook e la prelevava dal lavoro per portarla direttamente a casa. Con il passare del tempo, il consumo di alcol dell'uomo aumentava, e con esso la sua violenza. In casa, le discussioni si trasformavano in pugni e botte, fino a minacciare la vita dei figli della donna.



Le violenze non si fermavano alle aggressioni fisiche. La donna ha ricordato con difficoltà i momenti delle presunte violenze sessuali, almeno tre episodi in cui l'uomo l'ha costretta con la forza. "Mi obbligava a fare anche ciò che non volevo", ha dichiarato, descrivendo un'esperienza di terrore e impotenza. Nonostante le sue urla e le suppliche, l'uomo continuava a ripetere che, essendo la sua donna, poteva fare di lei ciò che voleva.

Dopo aver denunciato l'uomo due volte in pochi mesi, la donna ha trovato il coraggio di interrompere la relazione e mandarlo via di casa. Tuttavia, la paura di incontrarlo di nuovo a Torino l'ha spinta a tornare in Perù, dove è rimasta per tre mesi. La sua fuga è stata un atto di sopravvivenza, un tentativo di ricostruire una vita lontano dall'ombra del suo aguzzino.



La sostituta procuratrice Livia Locci aveva chiesto una condanna a sei anni e cinque mesi di carcere, ma la sentenza finale ha previsto un anno in meno. L'imputato, difeso dall'avvocato Alessandro Praticò, non era presente all'udienza e non ha fornito la sua versione dei fatti. Ora, con il deposito delle motivazioni, potrà valutare se fare ricorso alla corte d'appello.

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