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I piemontesi lavorano di più ma sono più poveri. E stanno perdendo la casa

Diminuiscono i disoccupati ma non basta: le bollette alle stelle stanno mettendo in crisi le famiglie piemontesi

I piemontesi lavorano di più ma sono più poveri. E stanno perdendo la casa

I piemontesi lavorano di più ma sono più poveri. E stanno perdendo la casa

Lavoriamo di più ma siamo più poveri e in difficoltà a pagare le bollette.

E’ questo, in sintesi, il quadro che emerge dall’Annuario statistico regionale “I numeri del Piemonte” realizzato dall’Istat, che fornisce informazioni aggiornate riassunte in centinaia di elaborazioni e tabelle, organizzate in 17 sezioni tematiche, come ambiente, demografia, salute e stili di vita, sicurezza, istruzione e cultura, sport, turismo, lavoro, economia, ma anche ricerca e innovazione, mercato immobiliare, trasporti e telecomunicazioni.

Particolarmente interessante è il quadro che emerge dall’Annuario sull’economia delle famiglie piemontesi. A riassumere nella maniera più sintetica possibile la situazione è una percentuale: 11,7%. Tanti sono i piemontesi che, nel 2023, hanno vissuto in stato di povertà relativa (la mancanza di risorse necessarie per mantenere lo standard di vita medio della società in cui si vive). Solo due anni prima, nel 2021, la percentuale era del 10% tondo. Uno scatto all’insù che preoccupa, a maggior ragione se lo si paragona con quanto avviene nel resto d’Italia, dove la percentuale è scesa dal 14,8% del 2021 al 14,5% del 2023. Insomma, in Italia i poveri diminuiscono ma in Piemonte aumentano.

Come mai? Una parziale spiegazione potrebbe arrivare dall’analisi delle variazioni dei prezzi al consumo, che in alcuni settori ha fatto registrare delle vere e proprie impennate. Ad esempio, nella ristorazione (+5,4%). E se a una cena fuori troppo cara in fondo si può sempre rinunciare, non altrettanto si può fare con alimentari e bevande (+9,8%) o con le bollette e le spese per la casa (+9,4%). E che gas e corrente elettrica siano ormai troppo cari lo si evince anche dal fatto che le famiglie piemontesi nel 56,1% dei casi considerano le spese per l’abitazione «troppo alte»: un dato che solo due anni prima era al 44,9%. Ma è la casa in generale la cartina al tornasole della crisi economica: in Piemonte le compravendite sono scese in un anno da 84.531 a 79.100 e, dato ancora più preoccupante, sta scendendo la percentuale di chi vive in un’abitazione di proprietà. Nel 2021 era il 77%, nel 2023 il 76,6%. Nello stesso periodo, in Italia, il dato è passato dal 79,5% all’84,6%.

Insomma, i piemontesi sono più poveri ma il motivo non è la mancanza di uno stipendio. Il tasso di disoccupazione infatti in Piemonte è passato dal 7,3 % del 2021 al 6,2% e in provincia di Torino il passo in avanti è stato ancora maggiore visto che è calato dall’8,3 al 7%. In numeri assoluti, i disoccupati in Piemonte sono 118mila, contro i 139mila di due anni prima. Un dato che va a braccetto con quello della cassa integrazione, letteralmente crollata, visto che in un anno si è passati da 42 a 31  milioni di ore.

Dati positivi, eppure per il 30% delle famiglie la propria situazione economica rispetto all’anno precedente è «un po’ peggiorata» e per l’8,1% è addirittura «molto peggiorata» mentre «è migliorata» solo per il 10%. I motivi? Probabilmente due. Da un lato, ci sono i nuclei famigliari che hanno perso il reddito di cittadinanza (circa 18mila solo in provincia di Torino), dall’altro - come si evince dai dati relativi a prezzi e disoccupazione - la perdita del potere d’acquisto degli stipendi, che aumentano molto più lentamente di quanto faccia l’inflazione.

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