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Influenza aviaria, lingua blu e peste suina. In Piemonte allevatori in ginocchio: «Aiutateci»

"Tempesta perfetta” sul settore, danni per milioni di euro e non esistono assicurazioni. L'appello di Coldiretti

Influenza aviaria, lingua blu e peste suina. In Piemonte allevatori in ginocchio: «Aiutateci»

Influenza aviaria, lingua blu e peste suina. In Piemonte allevatori in ginocchio: «Aiutateci»

Prima c’è stata la peste suina. Poi è arrivata la lingua blu. Adesso l’influenza aviaria. Una vera e propria “tempesta perfetta” che si è abbattuta sugli allevatori piemontesi, non risparmiando nessuno: maiali, pecore, mucche, polli. Una strage di animali e, al tempo stesso, danni per milioni di euro per gli allevatori tra quelli diretti - la perdita degli animali, le spese per contenere il contagio - e quelli indiretti: «Il calo dei consumi è evidente, anche se è difficile da calcolare» spiega Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino, associazione di categoria che annovera moltissimi allevatori tra i propri soci.

«Una tale concatenazione di eventi non era mai avvenuta prima - spiega Mecca Cici - anche perché la peste suina in Italia era diffusa solo in Sardegna. Il settore è in grossa difficoltà, le imprese fanno investimenti, chiedono prestiti, accendono mutui e se poi capita qualcosa del genere è un vero problema. Anche perché non esiste assicurazione: il rischio è ritenuto troppo elevato e nessuno ci assicura». L’ultima arrivata, in ordine di tempo, è l’influenza aviaria, che ha colpito un allevamento di Chivasso: «Siamo in attesa di conoscere i risultati dei test negli altri allevamenti della zona e non possiamo fare altro che incrociare le dita. Il danno diretto per un allevamento di 50-60mila polli come quello colpito, si aggira sui 300-400mila euro, senza contare lo stop al commercio anche per gli altri allevamenti della zona. Ma siamo preoccupati anche per il danno indiretto, dovuto al calo dei consumi: dobbiamo continuare a ricordare che non c’è pericolo per la salute dell’uomo».

In provincia di Torino sono presenti 3.800 aziende agricole che allevano polli e galline, molte delle quali di piccole dimensioni e annessi ad altre attività, ma le aziende avicole vere e proprie sono 250 con un milione e 400mila animali allevati. In Piemonte sono oltre 700 le aziende avicole specializzate con circa 18 milioni di animali allevati.

Ovini e bovini invece devono fare i conti con il morbo della lingua blu che - secondo l’ultimo aggiornamento della Regione - ha colpito 469 allevamenti in Piemonte. «In questo momento la situazione è stabile - spiega Mecca Cici - perché il vettore è un moscerino e il freddo ci aiuta. Ci attendiamo però una risalita con il caldo. Qui per fortuna la Regione Piemonte ci sta venendo in aiuto con le vaccinazioni: sono in arrivo 120mila dosi per gli ovini. Le discussioni sono ancora in corso ma credo proprio che la vaccinazione diventerà obbligatoria e gratuita».

Economicamente parlando però i danni maggiori sono quelli provocati dalla peste suina. «Al momento, per fortuna contiamo un unico allevamento contagiato, in provincia di Novara. Ma solo così, il danno è stato calcolato in 6,5 milioni di euro, tra quello dell’azienda agricola colpita e quello delle aziende collegate. Per fortuna, in questo caso, essendo un problema di livello nazionale, i ristori sono già arrivati ma la situazione non è certo sotto controllo, visto che si continuano a trovare animali selvatici contagiati».

Di fronte a tutto questo, gli allevatori possono solo «puntare sulla biosicurezza, come già facciamo adottando protocolli ben precisi per limitare le possibilità di contagio, specialmente da un allevamento all’altro» anche perché «non c’è nulla che collega una malattia all’altra, anche se sicuramente i cambiamenti climatici e le temperature più calde non aiutano. Siamo di fronte a una concatenazione di eventi unica e imprevedibile».

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