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Il futuro dell'auto

Qual è il futuro dell'auto? «Basta dazi e politiche "green"»

A Torino, i costruttori, politici ed esperti si confrontano sulle sfide e le opportunità del settore automobilistico

Da Torino il messaggio per salvare l'Europa: "Non siamo più soli"

Maurizio Gasparri

Un evento che ha visto di tutto e di più tra costruttori, esperti, accademici e rappresentati delle istituzioni, riuniti con un unico scopo: discutere del futuro dell'automobile del nostro paese. Stamattina, il Museo Nazionale dell'Automobile di Torino è stato teatro dell'evento intitolato "Il futuro dell'auto passa da qui", organizzato da Forza Italia, dove non sono solo emersi i problemi che affliggono questo settore industriale, ma anche numerose riflessioni su possibili soluzioni.

Roberto Rosso, vice capogruppo di Forza Italia al Senato e vice segretario del partito in Piemonte, ha aperto la discussione, sottolineando l'importanza strategica del settore automobilistico per l'Italia. "Siamo qui per accendere i riflettori su un settore che contribuisce in modo significativo al Pil italiano e che oggi vive una fase di trasformazione profonda" ha dichiarato Rosso, enfatizzando la necessità di un dialogo tra politica e industria. "Non vogliamo limitarci a discutere tra noi, ma ascoltare chi guida ogni giorno l'innovazione nell'automotive. Solo così possiamo individuare politiche pubbliche efficaci per accompagnare questo cambiamento." Il Piemonte, e in particolare Torino, sono stati scelti come location non a caso. "Questo territorio ha fatto la storia dell'industria automobilistica italiana, contribuendo al boom economico del dopoguerra, e oggi custodisce competenze di valore assoluto" ha sottolineato. "Non possiamo permetterci di disperdere questo patrimonio. Il nostro obiettivo è costruire una visione concreta per il rilancio del settore: comprendere quali scelte tecnologiche privilegiare e quale ruolo deve giocare la politica per garantire un futuro solido e innovativo all'industria dell'auto".

Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, ha espresso la sua indignazione nei confronti di alcuni dirigenti dell'industria automobilistica, tra cui Carlos Tavares, ex Ceo di Stellantis. Durante il suo intervento, Gasparri ha criticato la "casta" dei manager che, secondo lui, hanno ricevuto compensi esorbitanti nonostante le difficoltà aziendali. "Sono indignato dai trattamenti vergognosi ricevuti dal signor Tavares. Se in politica avesse avuto i risultati che ha avuto con il crollo della produzione di Stellantis, lo avrebbero chiamato a risarcire" ha affermato. "La casta è quella di questi manager che si riempiono di soldi, tradiscono gli operai e si dovrebbero vergognare". Gasparri ha poi rivolto una battuta a John Elkann, presidente di Stellantis, suggerendo che dovesse richiedere un risarcimento da Tavares, data la sua gestione dell'azienda. "Siccome sono più anziano di lui, gli consiglio di farsi dare un po' di soldi da Tavares".

Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, ha parlato delle politiche regionali per il rilancio dell'industria automobilistica. "Questa è una città che quando si parlava di auto veniva fuori un senso nostalgico e lamentoso. Le industrie stanno in piedi dove possono stare in piedi" ha sottolineato, ribadendo la necessità di creare le giuste condizioni per attrarre investimenti e favorire la creazione di ricchezza e lavoro. Il presidente ha fatto riferimento al contratto tra la Regione Piemonte e Stellantis per il rilancio dello stabilimento di Mirafiori, confermando che, da novembre, ci sarà l’introduzione di un secondo veicolo e un incremento di almeno 100.000 unità prodotte. "Per fare questo deve essere reso conveniente a chi viene a investire qua" ha aggiunto Cirio, ribadendo che il Piemonte è oggi la prima regione per investimenti da parte delle multinazionali. "Non siamo più soli" ha concluso il suo intervento, spiegando come l'Europa si stia unificando per combattere questa crisi di un settore che ha portato molto al nostro continente.

Letizia Moratti, vicepresidente di Forza Italia e membro del Parlamento europeo, ha posto l’accento sui dazi imposti dal contesto internazionale, soprattutto in relazione alle auto cinesi. Moratti ha sottolineato come la politica europea dovrebbe puntare al libero scambio, ma anche proteggere l'industria se necessario. "I dazi sono negativi per chi li mette, creano inflazione e i costi si riversano sulle famiglie" ha dichiarato. Inoltre, ha aggiunto che l'Europa dovrebbe rivedere la sua agenda in materia di dazi, così da evitare la deindustrializzazione. "Le nostre industrie, pilastri dell'Europa, sono in grave difficoltà" ha affermato. "La commissione ha iniziato molto timidamente a invertire la rotta."

Moratti ha anche parlato della necessità di rivedere le normative ambientali, citando il caso delle multe per i produttori di veicoli elettrici. "Ci impegniamo su una cosa che pensiamo di rivedere", ponendo l'accento sull'importanza di sostenere la competitività europea nel settore dell’automotive. Spiega infatti che il nostro continente può e deve tornare a essere tra i grandi del settore automobilistico, e il cambio di rota è importante, non forzando la mano sulla transizione energetica. "Senza la crescita non saremo in grado di sostenere il nostro welfare che è il migliore al mondo".

Massimiliano Salini, vicepresidente del Partito Popolare Europeo, ha parlato della necessità di rivedere le normative europee relative ai veicoli pesanti, suggerendo che dovrebbero essere riviste in concomitanza con quelle dei veicoli leggeri, ovvero entro il 2026. Salini ha anche criticato l’attuale quadro normativo che, secondo lui, è eccessivamente complesso e spesso contraddittorio. "Cinque normative aggrediscono i produttori e sono contraddittorie tra di loro" ha affermato. Inoltre, ha sottolineato l'importanza della manifattura europea, difendendo la capacità dell’industria del continente di competere a livello globale. "La manifattura non è una tattica finanziaria, si afferma perché c'è un popolo che crede nella capacità di creare, fa parte della cultura" ha dichiarato Salini.

Il convegno di Torino ha messo in evidenza la necessità di un dialogo profondo tra politica e industria per affrontare le sfide dell’automotive, che vanno dalla transizione ecologica alla necessità di mantenere la competitività globale. Le parole dei protagonisti dell’evento mostrano come il futuro dell’auto sia un equilibrio delicato tra innovazione tecnologica, politiche pubbliche efficaci e un impegno a garantire sostenibilità economica e sociale. La trasformazione dell'industria automobilistica italiana è una sfida, ma anche un’opportunità per il rilancio dell'intero settore, con Torino e il Piemonte come epicentri di un cambiamento che può riportare ai vertici il nostro paese.

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